Non tutti i materiali fotografici chiusi in box polverosi o in scatole perse nel tempo sono destinati a essere scoperti e portati in giro per il mondo, con uno stuolo infinito di produzioni editoriali, mostre e merchandising. Dietro a fotografie anonime trovate per caso ci sono ancora miriadi di storie sommerse che rimarranno tali e forse il loro fascino risiede proprio nel loro anonimato. Ci sono volti a cui nessuno sarà in grado di dare un nome e paesaggi il cui autore rimarrà per sempre sconosciuto.







Ma a Roma un artista, Daniele Spanò, senza voler essere il John Maloof italiano, dopo un ritrovamento fortuito di 36 fotografie in bianco e nero di formato 12×18 cm, mentre si trovava a passeggiare su via Casilina, ha dato vita a una vera e propria “caccia all’uomo” o meglio “alla donna”. A chi apparteneva quel volto femminile che compariva ovunque, in differenti pose, immagine dopo immagine? Che storia si celava dietro a quella narrazione fotografica tornata alla luce nell’inverno di otto anni fa?
Daniele Spanò (Roma, 1979) è un artista visivo, scenografo e regista. Nella sua ricerca e sperimentazione artistica è frequente una “crossmedialità” tra i vari linguaggi artistici in particolare tra il video, la luce, il disegno, la musica e la fotografia.








A metà degli anni Novanta una trasmissione televisiva, mandata in onda sui canali RAI, condotta dal francese Jocelyn, Se io fossi…Sherlock Holmes, era confezionata proprio con lo stesso intento d’indagine investigativa di cui si impossessò Daniele Spanò quando scoprì quel tesoretto di fotografie. La stessa suspence nel seguire i dettagli, scovare gli indizi nei posti più impensabili, leggere l’immagine per carpirne qualcosa in più.





Daniele si passa quelle foto tra le mani, le rigira, ne legge le note sul retro, controlla millimetro per millimetro la scatola di cartone in cui probabilmente, all’origine, erano contenute, si sofferma poi sulle tre carte da gioco che giacevano per terra vicino alle fotografie. Immagina, chiede in giro, vuole risalire al legittimo proprietario, apre un blog tramite cui si appella al pubblico per risolvere quel mistero, ma contemporaneamente, da artista che è, trova lo stimolo per dare nuova vita all’immagine di quella donna.







Il materiale diventa così una mostra, Who is she?, esposta da Spazio Y, con lo scopo di risalire al proprietario e finalmente di farsi raccontare quella storia sommersa che lo attanaglia. Ma ad oggi nessuno ha saputo dare una risposta. E Daniele continua ancora a chiedersi Who is she?




Se riconosci la donna misteriosa scrivi a whoisshe378@gmail.com
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La mostra presso Spazio Y

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