Carlo Bevilacqua, di tradizione fotoreporter
Carlo Bevilacqua è un fotografo che impersonifica ancora la poetica del fotoreporter giramondo, il viaggiatore alla scoperta di culture e nuove identità, nuovi mondi e nuovi modi di raccontarli tramite un linguaggio visivo pervaso di empatia e curiosità. Carlo vuole raccontare il suo tempo, il nostro tempo, un tempo sfaccettato, animato da eventi e territori eterogenei: dalla situazione pandemica che ha coinvolto tutti allo spaccato sociale ed economico del Canale di Panama, dove l’Oceano Atlantico incontra il Pacifico; dalla comunità musulmana a Cuba alle memorie di paesaggi e ritratti fatti durante viaggi in India; dalla rapsodica realtà turca a un progetto che sta portando avanti da diversi anni e che racconta la relazione che intercorre, globalmente, tra la rappresentazione queer, le tradizioni ancestrali, i riti sacri sparsi in giro per il mondo, le credenze, i miti e quello che si può anche definire come la traccia del “divino”.



Queer Divine, complessità di generi
Viaggiando per il globo, alla ricerca delle storie con cui il mondo della fluidità di genere si manifesta e si racconta, Carlo ha plasmato un vero e proprio atlante di voci che narrano ognuno della propria unicità, e al contempo della propria diversità, di genere, Queer Divine. Tanti nomi, tanti luoghi, tante comunità, chiamate ognuna con un proprio appellativo, come quello di una famiglia allargata a cui appartenere. Ci sono i “femminielli” napoletani, le “muxes” messicane, “le spose di Aravan” in India, i “two spirit” nativi americani, gli omeggid dell’Arcipelago panamense di San Blas, le cui leggende, storie di vita e radici antiche Carlo racconta con trasporto e voce analitica.






La Tarantina
Ma Queer Divine non vuole assolutamente essere una sterile geolocalizzazione delle comunità LGBT sparse per il mondo nelle loro diversificate manifestazioni, piuttosto è un coro di voci che, seppur compatte, mantengono salda la loro unicità. Proprio con questa intenzione Carlo Bevilacqua rende il suo progetto portatore di storie di vita di persone, oltre che di intere comunità. Così racconta, ad esempio, della famosa storia della Tarantina a Napoli, una figura leggendaria, quasi diventata mito. O di Naomi, in un certo senso il suo Virgilio, che l’ha introdotto nella comunità Muxe messicana e che gli ha presentato Estrella Vasquez, modella transgender famosa per la sua bellezza e comparsa sulle copertine di numerose riviste di moda.
Carlo Bevilacqua ci racconta poi la storia di Lisa Harris, un altro suo “Virgilio” dell’arcipelago panamense delle isole San Blas.
Queer Divine è un’indagine antropologica di come il concetto di “diversità” di genere sia, in molti casi, assorbito dalle tradizioni culturali, religiose e sociali di un luogo. Diversamente dalla società contemporanea tesa alla classificazione, le storie di queste persone appartengono ad un passato atavico in cui i riti davano importanza alla simbologia dell’individuo e non al genere sessuale di appartenenza. Carlo Bevilacqua riesce a trasmettere, tramite il suo sguardo, una complessità esistenziale che ha radici molto profonde.
Alcune foto di Queer Divine, insieme ad altri lavori di Carlo Bevilacqua, sono esposte presso la mostra Everybody Talks. Comunità e identità a confronto nello spazio Lampo di Milano, dal 12 al 31 ottobre.
www.lampomilano.it

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