È un libro che sorprende, questo Canova. Quattro tempi. Lo fa a partire dalla copertina, dove troviamo una fotografia impaginata “al vivo” che non è “sporcata” da alcun titolo, ma resta pura nella sua iconica essenza: ritrae un adone di marmo plasmato dalla luce e dalla mano dello scultore. E non uno scultore qualsiasi, bensì Antonio Canova (Possagno, TV, 1757-Venezia 1822). Inoltre, come fossero le pareti di velluto di qualche nobile dimora, le pagine interne di questo oggetto-libro sono elegantemente “dipinte” qua e là di bordeaux, mentre le immagini non fanno che premiare la materia del marmo scolpito attraverso giochi di luci e contrasti.
Il titolo ovviamente c’è, solo che in questo caso è defilato su quella che tecnicamente si chiama “quarta di copertina”. In parole più semplici, il retro del volume. Questa scelta atipica è un’anteprima dell’attenzione (poi confermata nelle pagine interne) riservata alle fotografie che ritraggono le sculture del maestro del Neoclassicismo italiano, conservate presso la Gypsoteca di Possagno (museocanova.it), in provincia di Treviso, città natale dell’allora soprannominato “nuovo Fidia”. Gli scatti sono realizzati dal fotografo salernitano Luigi Spina, classe ’66, e commentati dalla penna del critico d’arte Vittorio Sgarbi (Ferrara, 1952).
Titolo Canova. Quattro tempi
A cura di Luigi Spina, Vittorio Sgarbi
Lingua italiano
Testi D. A. Pallavicino, V. Sgarbi, L. Spina
Formato 24x30cm
Pagine 84
Prezzo 40 euro
ISBN 978-88-7439-919-2
Editore 5 Continents