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Home TEST OBIETTIVI

Sigma 16-300mm: lo zoom universale (anche per Canon) alla prova dei fatti

Lo zoom con escursione focale record, fresco vincitore del premio TIPA come miglior travel zoom, potrebbe sostituire un intero corredo di ottiche. Ed è disponibile anche con innesto Canon RF...

Emanuele Costanzo di Emanuele Costanzo
20 Maggio 2025
in OBIETTIVI
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test sigma 16-300mm DC OS apre

Fresco di premio TIPA come miglior zoom da viaggio del 2025, il Sigma Contemporary 16-300mm F/3,5-6,7 DC OS è in vendita a 729 euro con innesti per Sony, Fujifilm X, L-Mount e Canon RF: manca all’appello solo la versione per Nikon Z. Lo zoom copre il formato APS-C, ma nessuno vieta di innestarlo su mirrorless full frame (presenti nei listini Sony, Canon, Panasonic, Leica e Sigma) impostando il ritaglio del sensore.

Indice dei contenuti

Un altro passo verso l'obiettivo unico

Entusiasti per la recente apertura dei produttori di fotocamere verso gli universali, abbiamo ovviamente chiesto in prova un esemplare compatibile con le mirrorless Canon dando vita a un’inedita coppia costituita dal Sigma 16-300mm e dalla Canon Eos R7 da 32 megapixel.
Su questa fotocamera lo zoom equivale a un 25,6-480mm su full frame, perché Canon adotta un sensore APS-C leggermente sottodimensionato, con fattore di moltiplicazione 1,6x anziché 1,5x; sulle mirrorless degli altri marchi (Sony e L-Mount) il 16-300mm si comporta invece come un 24-450mm.

test sigma 16-300mm DC OS focale min
16-300mm, un'escursione focale enorme che, su Canon, consente di abbracciare un angolo di campo di circa 80° alla focale minima e di appena 5,1° a quella massima. Dal paesaggio alla caccia fotografica con una breve rotazione della ghiera dello zoom.
test sigma 16-300mm DC OS focale max
16-300mm, un'escursione focale enorme che, su Canon, consente di abbracciare un angolo di campo di circa 80° alla focale minima e di appena 5,1° a quella massima. Dal paesaggio alla caccia fotografica con una breve rotazione della ghiera dello zoom.

È quindi un obiettivo che fa leva sull’enorme escursione focale, una tentazione per chi vuole viaggiare con un’ottica sola o non ama sostituire obiettivo a prescindere.

Un curioso esempio di cosa si può fare, senza muovere un passo, con un 16-300mm: dalla visione di insieme scattata a 16mm, uno scorcio del Parco degli Acquedotti (Roma), al dettaglio delle calle presenti nel canale, riprese a 300mm.
Un curioso esempio di cosa si può fare, senza muovere un passo, con un 16-300mm: dalla visione di insieme scattata a 16mm, uno scorcio del Parco degli Acquedotti (Roma), al dettaglio delle calle presenti nel canale, riprese a 300mm.
calle
Un curioso esempio di cosa si può fare, senza muovere un passo, con un 16-300mm: dalla visione di insieme scattata a 16mm, uno scorcio del Parco degli Acquedotti (Roma), al dettaglio delle calle presenti nel canale, riprese a 300mm.

Chi ha un minimo di esperienza sa che l’obiettivo perfetto non esiste, tantomeno se promette di sostituire un intero corredo di ottiche. È quindi con un certo scetticismo, misto a speranza, che abbiamo approcciato questo test: di fronte abbiamo un fenomeno dell’escursione focale, neanche tanto grande e pesante. Anzi… E con un prezzo che non spaventa: 729 euro appaiono proporzionati alle promesse. Vediamo se sono state mantenute.

La struttura del Sigma 16-300mm

In passato le ottiche superzoom (ad esempio i 28-200mm per le reflex analogiche di qualche decennio fa) deludevano già dal primo contatto: plastiche scricchiolanti, giochi e flessioni delle sezioni telescopiche del barilotto, per non parlare dei motori di messa a fuoco lenti e rumorosi. La struttura di questo Sigma non ha niente delle ottiche economiche, trasmette una solidità inaspettata, sfoggia una finitura opaca su cui non restano impronte e anche alla focale massima non mostra giochi degni di nota.

Come si gestisce il Sigma 16-300mm Contemporary

test sigma 16-300mm DC OS azimut 300mm
Come dice il proverbio (...), anche l'ottica vuole la sua parte: ecco che la compattezza della focale minima lascia il posto a un notevole allungo alla focale massima. Sottolineiamo però che anche a 300mm lo zoom mantiene una solidità rassicurante, con impercettibili giochi delle parti telescopiche del barilotto.

Certo, lo zoom appare relativamente compatto solo alla focale minima di 16mm, dove misura circa 12 centimetri di lunghezza. Alla focale massima abbiamo misurato circa 21cm centimetri che diventano circa 24 con il paraluce, di serie come da ottima abitudine di Sigma. Il passo filtri è il comunissimo 67mm. Il peso di 615 grammi, considerata l’escursione e la robustezza appena descritta, è notevole; anche perché l’obiettivo è farcito di guarnizioni di tenuta contro polvere e spruzzi d’acqua (non può essere immerso, a scanso di equivoci).

test sigma 16-300mm DC OS innesto
Come si conviene a uno zoom con la vocazione alla fotografia di viaggio, questo Sigma è resistente a polvere e umidità; considerando che la Casa suggerisce di "non portare l'obiettivo a contatto con grandi quantità di acqua", possiamo sperare di affrontare un acquazzone senza conseguenze. Sullo sfondo, la Canon Eos R7 da 32 megapixel con cui abbiamo condotto il test.

Lo zoom passa da un estremo all’altro con una rotazione della ghiera inferiore a 90° e che oppone una resistenza pressoché identica per tutta l’escursione; per evitare allungamenti durante il trasporto a spalla è previsto un cursore di blocco alla focale minima. Al fuoco è dedicata una ghiera meno profonda, ma non sottile, posta vicino all’innesto. 

test Sigma 16-300mm DC OS RF @37mm
Un altro esempio della versatilità di uno zoom con ampia escursione focale, anche se meno estremo del precedente: mentre fotografavamo questa donna vestita in modo romantico, il suo cane è saltato fuori dal canale regalandoci uno show di luce e acqua. Siamo passati da 37mm a 168mm in un istante. Dati del primo scatto (donna): 1/200sec f/5 ISO 320. Dati del secondo scatto (cane): 1/200sec f/6,3 ISO 200.
test Sigma 16-300mm DC OS RF @168mm
Un altro esempio della versatilità di uno zoom con ampia escursione focale, anche se meno estremo del precedente: mentre fotografavamo questa donna vestita in modo romantico, il suo cane è saltato fuori dal canale regalandoci uno show di luce e acqua. Siamo passati da 37mm a 168mm in un istante. Dati del primo scatto (donna): 1/200sec f/5 ISO 320. Dati del secondo scatto (cane): 1/200sec f/6,3 ISO 200.

Come tutte le ottiche moderne anche questo Sigma non dispone di una finestrella per le distanze che, invece, possono essere mostrate nel mirino o nel monitor. Fotocamere come le Canon, poi, dispongono di eccellenti ausili alla messa a fuoco manuale, come gli indici che suggeriscono in quale direzione ruotare la ghiera per raggiungere rapidamente la messa a fuoco perfetta in qualsiasi area del fotogramma.

test sigma 16-300mm DC OS profilo
I comandi sul corpo dello zoom sono ridotti all'osso: troviamo solo il cursore di blocco alla focale minima, dato che la commutazione AF/MF avviene agendo sulla fotocamera. La ghiera di messa a fuoco, comunque, può essere impostata in modo da subentrare all'autofocus in qualsiasi momento.

Inoltre, la ghiera di messa a fuoco può essere commutata in anello di controllo per regolare uno dei tantissimi parametri selezionabili, ad esempio ISO, compensazione dell’esposizione, bilanciamento del bianco, stile foto… Qui però sorge un problema ergonomico legato al fatto che sul Sigma manca un cursore per decidere la funzione della ghiera di messa a fuoco (presente invece sulle ottiche Canon originali). Un problema secondario che si risolve assegnando la funzione specifica a uno dei tanti pulsanti della fotocamera di destinazione. 

test sigma 16-300mm DC OS paraluce
La ghiera di messa a fuoco può essere commutata via menu in anello di controllo rapido; non essendoci un commutatore diretto sul corpo dell'obiettivo, è consigliabile associare questa funzione a un tasto fisico della fotocamera. Il paraluce, come da lodevole abitudine di Sigma, è parte del corredo di serie.

Spieghiamoci meglio: se impostiamo la ghiera come anello di controllo e disattiviamo l’autofocus, non possiamo regolare la messa a fuoco manualmente, salvo modificare l’opzione via menu, il che comporta una eccessiva perdita di tempo. È quindi necessario assegnare la funzione di commutazione a un tasto: noi ad esempio abbiamo scelto il tasto “giù” del selettore a quattro vie sul dorso e in un istante passiamo da ghiera di messa a fuoco ad anello di controllo.

Un AF da sportiva, anche grazie alla Eos R7...

il motore af del sigma 16-300mm
Il motore AF ospitato dal Sigma 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary è di tipo lineare, emette un rumore inavvertibile ed è apparso reattivo ai comandi della fotocamera. Non gli sono precluse, quindi, sessioni di riprese ad alto tasso di dinamismo.

Crediamo comunque che questo zoom verrà utilizzato soprattutto in autofocus: Sigma ha dotato il nuovo 16-300mm di un motore HLA, con risposta rapida e attuazione silenziosa. Come abbiamo avuto modo di evidenziare, nonostante Sony abbia reso aperto il suo innesto E sin dalla nascita nel 2013, non concede tutto alla concorrenza: ad esempio, ben poche sono le ottiche in grado di adeguare il fuoco per ognuno dei 120 fotogrammi al secondo di cui è capace la portentosa Sony A9 III. Lo zoom in prova non è tra questi e non sappiamo se sia in programma un aggiornamento firmware per adeguarlo alla A9 III (che peraltro è una full frame che aspetta di essere corredata da ben altri obiettivi), ma di certo è stato in grado di agganciare e mantenere a fuoco soggetti dinamici con la nostra Canon Eos R7 impostata alla massima cadenza di 30 fotogrammi al secondo. Per uno zoom universale non specialistico ci pare un risultato notevolissimo.

low test Sigma 16-300mm DC OS RF @45mm 1200 8 640
Ultimo fotogramma di una lunga sequenza iniziata prima che l'atleta, a circa 50kmh, tagliasse il traguardo in questa gara di ciclismo a cronometro. Abbiamo adeguato l'inquadratura passo passo, contando sul riconoscimento del volto operato dalla Eos R7 e sulla capacità di inseguimento del Sigma 16-300mm. Questo scatto è realizzato a 45mm di focale, 1/1200sec f/8, ISO 640.
low test Sigma 16-300mm DC OS RF @45mm 160 5 100
Tra una partenza e l'altra, nonostante avessimo una postazione di ripresa fissa, abbiamo potuto giocare con la ricerca dei dettagli zoomando a piacimento. Questa immagine è ridotta per mantenere basso il peso dell'immagine, ma siamo certi se ne possa apprezzare la nitidezza. Focale 45mm, 1/160sec f/5, ISO 100.

Tornando alla messa a fuoco in senso lato, da rimarcare la minima distanza di messa raggiungibile: questa varia tra 17 e 105cm, ma quel che più conta è il rapporto di riproduzione 1:2 che raggiunge alla focale 70mm: una prestazione da vero macro.

test Sigma 16-300mm DC OS RF @119m 250 11 500
Una cetonia (circa 2cm di lunghezza) intenta a banchettare su un fiore: focale 119mm, 1/250sec f/11, ISO 500.
low test Sigma 16-300mm DC OS RF @119m 320 11 640
Un ascalafo bianco, purtroppo con le sue splendide ali chiuse per "timidezza", ci consente anche di apprezzare il bokeh alle brevi distanze di ripresa: 1/320sec f/11, ISO 640.
test Sigma 16-300mm DC OS RF @206mm 800 6,3 400
Il Sigma 16-300mm se la cava anche con la caccia fotografica: uno degli ormai diffusissimi pappagallini fa scorta di semi di cardo. Focale 206mm, 1/800sec f/6,3, ISO 400.

L'OS tra gli ingredienti dell'universalità

La versatilità di questo superzoom è amplificata dalla presenza dello stabilizzatore ottico (OS2) che promette un guadagno variabile tra 4,5 e 6 stop a seconda della focale. Ovviamente, nel caso di uso con mirrorless dotate di stabilizzatore sul sensore (non disattivabile singolarmente) l’efficacia aumenta ed è difficile dividere equamente i meriti. All’atto pratico, con la Eos R7 abbiamo ottenuto il 100% di scatti nitidi a mano libera a 300mm con tempo di scatto di 1/15 di secondo, quindi un’efficacia di circa 5 stop sul tempo di sicurezza teorico (partendo da 1/500sec per compensare la densità del sensore). Stesso risultato con la focale medio-grandangolare di 34mm, dove anche con mezzo secondo di posa abbiamo registrato regolarmente immagini pienamente utilizzabili. 

test sigma 16-300mm DC OS diaframma
Il diaframma a nove lamelle incorporato nel Sigma 16-300mm: ricordiamo che il bokeh, la resa dello sfocato, va valutata principalmente a tutta apertura, laddove il diaframma non svolge alcun ruolo. La composizione dell'iride con un elevato numero di lamelle aiuta a mantenere una forma circolare anche ai valori medi, cosa che rende i punti fuori fuoco più naturali (non marcatamente poligonali) e quindi meno distraenti.

20 lenti, di cui 9 speciali, per la "missione impossibile"

sigma 16-300mm schema ottico
Lo schema ottico è complesso come si conviene a uno zoom con escursione focale tanto ampia. In blu, le lenti a bassa dispersione SLD, in giallo la lente FLD (con caratteristiche paragonabili a quelle alla fluorite), mentre quelle bordate di rosso sono a superficie asferica.

Lo schema ottico è composto da ben 20 lenti, di cui una FLD, quattro SLD e altrettante a superficie asferica. La lente frontale è trattata per repellere polvere e grasso. Considerata la posizione molto arretrata della prima lente, non è possibile applicare moltiplicatori di focale con gruppo ottico che sporge rispetto alla flangia di innesto; d’altro canto ne sconsiglieremmo caldamente l’uso perché ci si troverebbe a dover gestire diaframmi effettivi molto chiusi (f/7-13,4), ma anche a dover accettare compromessi sul fronte qualitativo. 

Scheda tecnica 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary

  • Prezzo 729 euro
  • Apertura massima f/3,5-6,7
  • Apertura minima f/22-45
  • Schema ottico 20 lenti in 14 gruppi
  • Angolo di campo (APS-C Sony, Fujifilm e L-Mount) 83,2°-5,4°
  • Angolo di campo (APS-C Canon) 79,9°-5,1°
  • Minima distanza di messa a fuoco 17-105cm
  • Rapporto di riproduzione 1:2 (a 70mm)
  • Lamelle del diaframma 9
  • Diametro filtri 67mm
  • Paraluce in dotazione, a corolla (mod. LH706-03 )
  • Dimensioni diametro 73,8mm, lunghezza 121,4mm (Canon e L-Mount); 123,4mm (Sony); 123,7mm (Fujifilm)
  • Peso 615g (625g Canon)
  • Innesti disponibili Canon RF, Fujifilm X, L-Mount, Sony E
  • Importatore M-Trading

La nitidezza a 16mm

La nitidezza a 16mm nella zona centrale del fotogramma è ottima anche a tutta apertura e migliora fino a f/5,6. La diffrazione inizia da f/8, per cui sarebbe teoricamente sconsigliato chiudere oltre. Ma per uniformare la resa con i bordi, che partono in sordina per diventare buoni a f/8, eleggiamo proprio questo valore come ideale per la focale minima. 

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza 16mm intera
16mm - immagine di riferimento

16mm al centro

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 16mm f3,5
f/3,5 - 16mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 16mm f5,6
f/5,6 - 16mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 16mm f8
f/8 - 16mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 16mm f11
f/11 - 16mm centro

16mm ai bordi

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 16mm f3,5
f/3,5 - 16mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 16mm f5,6
f/5,6 - 16mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 16mm f8
f/8 - 16mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 16mm f11
f/11 - 16mm bordo

La nitidezza a 120mm

Il comportamento di questo zoom è molto coerente lungo tutta l’escursione e l’analisi delle focali intermedie lo dimostra. Al centro, la resa è molto buona anche a tutta apertura e migliora fino a f/8, calando progressivamente da f/11.
I bordi estremi però, si uniformano proprio a f/11: nel caso del ritratto, quindi, dove i bordi sono meno importanti, possiamo usare con soddisfazione lo zoom anche a tutta apertura, ma nel paesaggio è meglio chiudere a f/11, contando sullo stabilizzatore (o su un treppiedi) per tenere basso il valore ISO e scongiurare il mosso nel caso i tempi di scatto si allunghino pericolosamente.

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza 120mm intera
120mm - immagine di riferimento

120mm al centro

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 120mm f6,3
f/6,3 - 120mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 120mm f8
f/8 - 120mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 120mm f11
f/11 - 120mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 120mm f16
f/16 - 120mm centro

120mm ai bordi

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 120mm f6,3
f/6,3 - 120mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 120mm f8
f/8 - 120mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 120mm f11
f/11 - 120mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 120mm f16
f/16 - 120mm bordo

La nitidezza a 300mm

La principale sorpresa di questo test è la tenuta alla focale massima: ci saremmo aspettati un calo drastico della resa, che fortunatamente non c’è. La nitidezza in assoluto è inferiore a quella vista alle focali più corte, ma in un ipotetico portfolio allestito con fotografie scattate a tutte le focali coperte da questo Sigma, non noteremmo cali di brillantezza percettibili. 
Nello specifico, anche la focale 300mm dà il massimo a f/8, ossia 1/2 stop meno della massima apertura: a questo diaframma la nitidezza è più che buona tanto al centro che ai bordi.

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza 300mm intera
300mm - immagine di riferimento

300mm al centro

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 300mm f6,7
f/6,7 - 300mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 300mm f8
f/8 - 300mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 300mm f11
f/11 - 300mm centro
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza centro 300mm f16
f/16 - 300mm centro

300mm ai bordi

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 300mm f6,7
f/6,7 - 300mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 300mm f8
f/8 - 300mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 300mm f11
f/11 - 300mm bordo
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza bordo 300mm f16
f/16 - 300mm bordo

Un esempio a 300mm f/6,7

Considerando che la focale 300mm equivale a 480mm sulla Canon Eos R7 utilizzata per il test, crediamo che verrà utilizzata soprattutto su soggetti posti centralmente, per lo sport o la caccia fotografica. In quest’area la nitidezza è molto buona anche a tutta apertura e il bokeh, che analizzeremo più avanti, piacevole soprattutto nei piani posteriori. 

test sigma 16-300mm DC OS nitidezza 300mm Mel
300mm - 1/125sec f/7,1 - ISO 400
test sigma 16-300mm DC OS nitidezza 300mm Mel dettaglio
Dettaglio

Le aberrazioni cromatiche laterali

Abbiamo visto zoom da oltre 4.000 euro di prezzo sfoggiare “senza pudore” aberrazioni cromatiche laterali, non c’è quindi da stupirsi se anche questo Sigma ne sia afflitto. Certo, sono piuttosto cospicue, riferendoci proprio all’estensione dell’aberrazione stessa. Ma come sempre più spesso accade, l’elettronica viene in soccorso consentendoci di limitarle quasi del tutto già in JPG. In RAW (ACR di Photoshop già “conosce” il 16-300mm e dispone del relativo profilo di correzione) è possibile anche perfezionare la correzione applicata in automatico, ma se la disattiviamo questa è l’entità del difetto che, a qualsiasi focale, caratterizza il superzoom Sigma. Notate, soprattutto intorno alle imposte delle finestre, le frange verdi e magenta e come la relativa correzione apporti anche un certo grado di ulteriore brillantezza all’immagine.

test sigma 16-300mm DC OS ab crom 16mm f8 intera
16mm - immagine di riferimento
test sigma 16-300mm DC OS ab crom 16mm f8 OFF
16mm f/8 - correzione delle aberrazioni cromatiche disattivata
test sigma 16-300mm DC OS ab crom 16mm f8 ON
16mm f/8 - correzione delle aberrazioni cromatiche attivata

Il bokeh: bello, ma occhio ai piani anteriori

Nell’insieme lo sfocato del Sigma 16-300mm è definibile pittorico: gli sfondi sono riprodotti in modo plastico, morbido, anche se – a causa dell’apertura non eccezionale – lo stacco dei piani non è paragonabile a quello offerto da obiettivi più luminosi (ad esempio, un 85mm f/1,4).
Dove non brilla è nei piani anteriori a quello di messa a fuoco: qui, a causa probabilmente di una sovracorrezione dell’aberrazione sferica, i punti fuori fuoco ad alto contrasto appaiono con bordi molto marcati, al punto da apparire come anelli. Nessuno vieta di usare a fini creativi questa caratteristica, l’importante è conoscerla e dominarla.
A seguire, tre esempi con relativi dettagli.

34mm

test sigma 16-300mm DC OS bokeh 34mm f6,3 intera
34mm - immagine di riferimento
test sigma 16-300mm DC OS bokeh 34mm f6,3 dettaglio
34mm - dettaglio

79mm

test sigma 16-300mm DC OS bokeh 79mm f6,3 intera
79mm - immagine di riferimento
test sigma 16-300mm DC OS bokeh 79mm f6,3 dettaglio
79mm - dettaglio

300mm

test sigma 16-300mm DC OS bokeh 300mm f7,1 intera
300mm - immagine di riferimento
test sigma 16-300mm DC OS bokeh 300mm f7,1 dettaglio
300mm - dettaglio

Lo stabilizzatore OS

Il binomio costituito dalla Canon Eos R7 e dallo zoom Sigma 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary ci ha convinti anche quando si è trattato di mettere alla prova la stabilizzazione, efficace sia alle brevi che alle lunghe focali. L’esempio che pubblichiamo è realizzato a circa 34mm di focale con mezzo secondo di posa. Senza OS nessun fotogramma è salvabile, mentre con OS attivo lo sono tutti. Possiamo quindi certificare sostanzialmente il guadagno di circa 5 stop rispetto al tempo di sicurezza. I caroselli sono composti da ritagli con base 1500 pixel. 

test sigma 16-300mm DC OS Stab imm rif
Prova OS a 34mm - immagine di riferimento
fontana medusa nemi
Stabilizzatore disattivato - 34mm 1/2sec (1)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore disattivato - 34mm 1/2sec (2)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore disattivato - 34mm 1/2sec (3)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore disattivato - 34mm 1/2sec (4)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore disattivato - 34mm 1/2sec (5)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore attivato - 34mm 1/2sec (1)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore attivato - 34mm 1/2sec (2)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore attivato - 34mm 1/2sec (3)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore attivato - 34mm 1/2sec (4)
fontana medusa nemi
Stabilizzatore attivato - 34mm 1/2sec (5)

Il controluce

Gli strati antiriflesso sono una componente piuttosto costosa di un progetto ottico. Bene quindi che anche in un’ottica “amatoriale” sia stato applicato un trattamento che è risultato piuttosto efficace, soprattutto in considerazione dell’elevato numero di lenti tra le quali si possono innescare riflessi. A 16mm e in genere alle focali più corte è più facile incappare in immagini fantasma come quelle che mostriamo nel commutatore qui sotto: spostate il cursore per vedere cosa accade schermando o meno la lente frontale con un elemento esterno all’inquadratura. Alle focali più lunghe è invece possibile innescare un flare diffuso, ma solo se il controluce è pressoché diretto.

La caduta di luce ai bordi e la distorsione

Ricordando che è possibile compensare alcuni difetti ottici già in ripresa, mostriamo qual è la caduta di luce ai bordi del Sigma 16-300 senza interventi digitali. A 16mm gli angoli accusano una differenza di circa 1,4 EV rispetto al centro, che si riduce a poco più di mezzo EV chiudendo il diaframma a f/7,1. 

test sigma 16-300mm DC OS CLB 16mm f3,5
16mm f/3,5
test sigma 16-300mm DC OS CLB 16mm f5
16mm f/5
test sigma 16-300mm DC OS CLB 16mm f7,1
16mm f/7,1

A 300mm il difetto è ancor meno evidente, con un differenziale di circa 1 stop a f/6,7 che scende a 0,5 stop già a f/9. 

test sigma 16-300mm DC OS CLB 300mm f6,7
300mm f/6,7
test sigma 16-300mm DC OS CLB 300mm f9
300mm f/9
test sigma 16-300mm DC OS CLB 300mm f13
300mm f/13

Nonostante l’enorme escursione focale obblighi a ricorrere alla correzione digitale della distorsione, il difetto osservato al naturale (visibile solo partendo da un RAW e disattivando il profilo tramite software) non è forte quanto ci si potrebbe aspettare. A 16mm osserviamo una evidente deformazione a barilotto, mentre a 300mm il “cuscinetto” è quasi inavvertibile.

test sigma 16-300mm DC OS distorsione 16mm
Distorsione a 16mm
test sigma 16-300mm DC OS distorsione 300mm
Distorsione a 300mm

Il focus breathing

Buone notizie per i videomaker: si può dire che il focus breathing sia irrilevante, al punto da rendere superflue eventuali correzioni in post-produzione. Fluida e naturale la transizione del fuoco sui vari piani. Qui sotto, una breve sequenza a circa 100mm f/11.

Sigma 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary: il verdetto

Non è ancora arrivato lo zoom che consente ai più esigenti di sostituire un intero corredo di ottiche fisse o il classico terzetto di zoom f/2,8. E per fortuna, aggiungiamo. 
Il Sigma 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary ha però delle caratteristiche che lo rendono appetibile non solo da chi è alle prime armi, ma anche da chi ha esperienza e sa che non sempre è possibile o stimolante caricarsi come bestie da soma. Un corredo leggero, di cui si conoscono pregi e difetti, può essere un’arma vincente in molte situazioni. Purché non obblighi a compromessi eccessivi. Proprio come il Sigma in prova che onora il suo carattere universale per molti motivi: innanzitutto perché, se escludiamo la “dolorosa” assenza dell’innesto Nikon Z, è disponibile per la maggior parte delle moderne mirrorless APS-C, Canon incluse. E poi perché i suoi 16mm sono utilizzabili quanto i 300mm, perché avvicina quanto un obiettivo macro, perché il suo autofocus sa affrontare soggetti ad alto tasso di dinamismo, perché il suo stabilizzatore allunga le giornate fotografiche. Tutto ciò, unito a un prezzo alla portata dei più, fa passare in secondo piano i fisiologici quanto contenuti limiti legati all’eccezionale escursione focale. 

Sigma 16-300mm F3.5-6.7 DC OS Contemporary: Pro e Contro

  • Struttura robusta e tropicalizzata
  • Ghiera di messa a fuoco commutabile in anello di controllo
  • Nitidezza media molto buona; contenuto il calo alla focale massima
  • Buona resistenza al controluce, sorpattutto alle focali più lunghe
  • Bokeh morbido, soprattutto sui piani posteriori
  • Focus breathing praticamente assente
  • Autofocus rapido e silenzioso
  • Nitidezza negli angoli estremi a tutta apertura, soprattutto alle focali corte e medie
  • Residui di aberrazioni cromatiche laterali anche a seguito di correzione digitale
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