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Home TEST ACCESSORI

Intelligenza artificiale e cloud: le nuove frontiere del ritocco fotografico “agile”

Simone Moda di Simone Moda
24 Giugno 2024
in ACCESSORI
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Retouch4me basa il suo funzionamento sull'AI e sul cloud. Può essere utilizzato sottoscrivendo un piano di abbonamento a consumo oppure acquistando i plug-in e istallandoli in locale. Immagine realizzata con Fujifilm GFX100 II.

Ad alcuni fotografi piacerà sicuramente postrodurre una a una le proprie immagini. Altri concorderanno invece sul fatto che la parte più divertente di questo lavoro si conclude con la ripresa. Ed è a questi, e più in particolare alla categoria dei ritrattisti, che si rivolge Retouch4me.

I plug-in di Retouch4me sono raccolti in un “contenitore” scaricabile come add-on di Adobe Photoshop; mirano specificamente all’ottimizzazione di certi dettagli comunemente presenti nella fotografia di ritratto. Quindi a correggere le imperfezioni della pelle, a rimuovere o addolcire le rughe, illuminare e sbiancare occhi e denti, uniformare la tonalità della pelle e a donare volume al volto giocando su saturazione e contrasti con strumenti tipicamente noti ai fotoritoccatori come il Dodge&Burn. Agli strumenti riservati al perfezionamento del volto se ne aggiungono poi un paio dedicati alla rimozione delle macchie eventualmente presenti sui fondali fotografici e a quella di pieghe e sgualciture visibili sugli indumenti indossati dai modelli. Fin qui nulla di nuovo, se non fosse che il funzionamento di Retouch4me sfrutta l’intelligenza artificiale per apportare correzioni selettive in base alle caratteristiche del soggetto fotografato, senza che sia il fotografo a delimitare i contorni delle parti del viso come su altri programmi della concorrenza.

Retouch4me plug-in
Alcuni degli strumenti di fotoritocco di Retouch4me. Sono direttamente accessibili dal pannello scaricabile come plug-in per photoshop, per il ritocco in cloud, ma possono anche essere acquistati e scaricati singolarmente per utilizzarli in locale.
banner canon

Retouch4me: se il tempo è denaro, meglio il cloud

A differenza della maggior parte dei software, che devono essere scaricati in locale per funzionare, Retouch4me può essere utilizzato anche in cloud, senza gravare sulle capacità di calcolo del pc, né sottrarre tempo al fotografo per istallare e attivare il programma. Per questa modalità di impiego è prevista la sottoscrizione di un piano in abbonamento con crediti a consumo, che dà accesso a 10 strumenti di fotoritocco tra cui ovviamente tutti quelli appena elencati. Chi dispone di un desktop potente potrà ovviamente anche acquistare singolarmente e scaricare in locale gli strumenti di ottimizzazione per Photoshop elencati nel plug-in ma, come vedremo più avanti, questa soluzione non è quella economicamente più conveniente né in termini di costi, né per quanto riguarda i tempi di installazione e di lavorazione dei file.

Retouch4me plug-in
Il plug-in per Photoshop di Retouch4me elenca tutti gli strumenti a disposizione del fotografo per perfezionare un ritratto, oltre a visualizzare i crediti residui da spendere per i ritocchi in cloud. Il comando Retouch avvia il processo di postproduzione, completato il quale oltre all'immagine ritoccata verranno mostrati anche tutti i livelli con le relative modifiche.

Un assistente a gettone: quanto costa utilizzare Retouch4me in cloud

Partendo dunque dall’elaborazione delle immagini in cloud, vediamo subito quanto costa questo “assistente virtuale” che alleggerisce il carico di lavoro sia al fotografo, sia al PC. Le prime 20 fotoelaborazioni in cloud sono gratuite, dopodiché bisognerà sottoscrivere un abbonamento mensile o acquistare un pacchetto di crediti. Ogni credito equivale a un ritocco in cloud. I prezzi dei piani in abbonamento vanno da 20 (piano Basic) a 90 dollari mese (piano Business), e includono da 200 a 1500 crediti. I pacchetti a “gettoni” costano invece 4 dollari per 15 crediti o 16 dollari per 100 crediti, e non scadono. Facendo due conti, il pacchetto più economico comporta un costo per singola elaborazione di 25 centesimi di dollaro, mentre il pacchetto più costoso, puntando su altre economie di scala, abbassa il costo della singola fotoelaborazione a 6 centesimi.

Piani abbonamento Retouch4me
Acquistare un piano di abbonamento per effettuare ritocchi in cloud è decisamente l'opzione più vantaggiosa e il modo più efficace per utilizzare Retouch4me.
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Retouch4me: muovere i primi passi con il ritocco in cloud

Per iniziare a utilizzare Retouch4me in cloud è sufficiente scaricare e installare il plug-in per photoshop dal sito dell’azienda o direttamente da Creative Cloud. A questo punto, aperta l’immagine (attenzione: al momento sono supportati JPG fino a 80MB di peso) sarà sufficiente spuntare i parametri da correggere, specificare per ognuno l’intensità dell’intervento, avviare la fotoelaborazione con il comando Retouch e attendere che il file rimbalzi sui server di Retouch4me tornando indietro postprodotto. Per ogni correzione applicata da Retouch4me, in Photoshop saranno immediatamente disponibili livelli e maschere, permettendo così al fotografo di intervenire in seconda battuta, manualmente, per affinare ulteriormente il fotoritocco.

Livelli Photoshop
Per ogni correzione effettuata in cloud, Retouch4me crea un nuovo livello di lavoro in Photoshop, permettendo al fotografo di affinare ulteriormente ogni parametro, intervenendo manualmente sull'opacità, direttamente nelle maschere o disattivando una specifica correzione.

Qualche consiglio per risparmiare "gettoni"

Agire sui livelli di Photoshop anziché su quelli degli strumenti inclusi nel plug-in può far risparmiare qualche soldo perché attualmente Retouch4me non “ragiona” per immagini postprodotte, ma scala un credito per ogni processo di fotoritocco avviato. Se, ad esempio, lanciassimo un ritocco per correggere solamente le imperfezioni della pelle e, successivamente, ci accorgessimo di voler intervenire anche sulla brillantezza degli occhi e sul bianco dei denti, saremmo costretti a spendere un ulteriore credito per applicare le correzioni. Per questo motivo potrebbe valere la pena attivare sempre tutti gli strumenti di correzione, ed eventualmente agire sui livelli (eliminandoli o riducendone al minimo l’intensità) a fotoelaborazione conclusa.

Retouch4me software
Se esageriamo con l'intensità il risultato finale restituito da Retouch4me è inverosimile: pelle troppo liscia, nessuna imperfezione sul volto, occhi e denti eccessivamente brillanti. Ma a tutto ciò possiamo porre rimedio anche senza spendere un ulteriore gettone, semplicemente lavorando sull'opacità dei livelli di Photoshop. Foto realizzata con Fujifilm GFX100S II.
Retouch4me software
Se esageriamo con l'intensità il risultato finale restituito da Retouch4me è inverosimile: pelle troppo liscia, nessuna imperfezione sul volto, occhi e denti eccessivamente brillanti. Ma a tutto ciò possiamo porre rimedio anche senza spendere un ulteriore gettone, semplicemente lavorando sull'opacità dei livelli di Photoshop. Foto realizzata con Fujifilm GFX100S II.

Alla stessa maniera, vi consigliamo di mantenere l’intensità degli strumenti raccolti nel plug-in sempre su livelli appena superiori rispetto a quelli consigliati ed, eventualmente, smorzarne l’effetto in Photoshop. La stessa software house conferma che non c’è differenza di resa variando l’intensità dei livelli in locale, anziché nel plug-in. Eccezion fatta, però, per lo strumento Heal dedicato alla rimozione delle imperfezioni della pelle; in tal caso da Retouch4me ci fanno sapere che i migliori risultati si ottengono proprio con un’adeguata taratura dello strumento dedicato, nel plug-in.

In questo prima e dopo vi mostriamo lo scatto originale e quello finale confezionato intervenendo manualmente sui livelli di Photoshop creati da Retouch4me. In tutto, per passare dal RAW originale al JPG pronto per la stampa abbiamo impiegato circa 3 minuti. Foto realizzata con Fujifilm GFX100S II.

Fotoritocco in cloud: quanto è veloce Retouch4me

Per elaborare un ritratto in cloud, a Retouch4me possono bastare anche meno di 60 secondi (test effettuato con un file immagine JPG da 20MB e connessione di rete da 60Mbps in download e 12,7 in upload). Ma in certi casi il tempo di attesa potrebbe protrarsi anche oltre i tre minuti. Questo non dipende tanto dal software (anche se il traffico sui server in un determinato momento potrebbe incidere in parte), quanto dalla velocità della rete che si ha a disposizione e, soprattutto, dal peso del file che intendiamo far “uscire” e poi “rientrare” nel nostro PC. Si tratta, comunque, di tempi di lavorazione accettabilissimi e di gran lunga inferiori a quanto si impiegherebbe ottimizzando manualmente un ritratto.

Chiaramente Retouch4me non fa distinzione tra uomo e donna, tantomeno tra scatti in bianconero e a colori. Ecco un altro esempio di fotoelaborazione agile. Foto realizzata con Fujifilm X-T50.

Retouch4me: dettagli di "secondo piano"

Oltre alle imperfezioni del volto, Retouch4me è in grado di ridurre anche quelle presenti sul fondale fotografico. Nell’esempio in basso vi mostriamo le potenzialità di questo strumento utilizzato in cloud (tempo di esecuzione del ritocco: 9 secondi) con un prima/dopo molto esplicativo. I più attenti noteranno come il plug-in sia intervenuto solamente sui segni delle scarpe e su alcuni residui lasciati sul fondale, ignorando invece il nastro carta utilizzato per collegare i fogli bianchi disposti sul pavimento. Troviamo questo approccio “conservativo” adatto al tipo di strumento perché scongiura il rischio che in presenza di fondali non a tinta unita alcuni dettagli vengano scambiati per macchie da rimuovere. 

Retouch4me
Fondale fotografico non ritoccato. Foto realizzata con Nikon Z6 III.
Retouch4me
Pulizia del fondale effettuata da Retouch4me. Foto realizzata con Nikon Z6 III.

Retouch4me: "tutto liscio" anche sui vestiti

Tra i dieci plug-in inclusi nell’add-on per Photoshop di Retouch4me ne troviamo anche uno dedicato alla “cura” delle pieghe presenti sui vestiti dei modelli. Come per lo sfondo, il plug-in interviene in maniera conservativa per non alterare le forme naturali dell’abito, con effetti visibili principalmente sui contrasti o laddove siano presenti imperfezioni molto evidenti. Come al solito anche in questo caso, agendo sullo specifico livello di Photoshop creato da Retouch4me dopo aver analizzato e postprodotto l’immagine, sarà possibile aumentare o diminuire di intensità gli effetti del fotoritocco.

Retouch4me software
Abito non ritoccato. Foto realizzata con Fujifilm GFX50S II.
Retouch4me software
Abito ritoccato da Retouch4me. Foto realizzata con Fujifilm GFX50S II.

Scaricare in locale conviene? Per noi no.

La seconda opzione per utilizzare Retouch4me prevede l’istallazione in locale dei singoli strumenti di fotoritocco e la loro contestuale attivazione – uno a uno – con il codice di licenza fornito dopo il pagamento. Al netto di offerte e promozioni (attualmente con lo sconto del 25% sono richiesti 93 dollari per ogni plug-in, ma il prezzo di listino oscilla tra 124 e 149 dollari), per aggiudicarsi tutti e 10 i plug-in disponibili anche in cloud servono 1.290 dollari; il prezzo richiesto per questa opzione è a nostro avviso fuori mercato, e molto probabilmente voluto proprio per incentivare l’utilizzo di Retocuh4me in cloud. Facendo due conti, con quasi 1.300 dollari di “gettoni” si acquistano ben 21.500 fotoritocchi in cloud rinnovando di volta in volta il piano di abbonamento “Business”. Come per l’elaborazione in cloud, comunque, sarà possibile passare dal pannellino di controllo di Retouch4me per gestire il fotoritocco (anche se in questo caso l’elaborazione dell’immagine avverrà sfruttando le risorse del PC) o, in alternativa, richiamare ciascun singolo filtro installato dall’omonima sezione in Photoshop. Qui sotto, un esempio. 

Il filtro Skin Mask installato in locale e aperto in Photoshop come aggiuntivo "stand alone". Foto realizzata con Canon Eos R5.

Retouch4me: le conclusioni

Tanto costoso e farraginoso in locale, quanto abbordabile e intuitivo in cloud; non ci sono dubbi sul modo più proficuo in termini economici e di tempo per utilizzare Retouch4me. Il plug-in, a dispetto della sua giovane “età” si installa e gestisce senza complicazioni, mostrando come unico limite – peraltro facilmente superabile con uno dei prossimi aggiornamenti – il peso massimo dei file limitato a 80MB. Anche la previsualizzazione dell’immagine prima di scalare il “gettone” crediamo debba essere concessa, a meno che in futuro non venga dato modo al fotografo di intervenire a più riprese su un singolo scatto senza erodere crediti a ogni nuovo “Retouch”. Al netto delle suddette mancanze, l’aiuto offerto dal plug-in è prezioso e lo sarà ancora di più quando sarà completo lo sviluppo di Arams, un nuovo programma per organizzare, rinominare, catalogare e ritoccare le immagini in batch, all’interno del quale troveremo anche le stesse funzionalità e potenzialità del plug-in di Retouch4me. 

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