Hasselblad ha ufficialmente aggiornato la sua ammiraglia “large format“, presentando la X2D II 100C. Un’evoluzione che interviene in modo mirato su alcuni degli aspetti più criticati del precedente modello, con l’obiettivo di renderla più versatile e reattiva, tanto in studio quanto sul campo. Tre le direttrici principali di questo aggiornamento: autofocus, stabilizzazione e gestione del colore, che ora apre le porte al mondo HDR.
Autofocus: arriva la modalità AF-C
La novità più attesa è senza dubbio l’introduzione di un sistema autofocus a rilevazione di fase (PDAF) forte di 425 punti, che manda in pensione il precedente sistema a solo contrasto. Questo si traduce, finalmente, nell’arrivo della modalità di messa a fuoco continua (AF-C), una lacuna importante nel modello precedente. Hasselblad ha integrato un sistema LiDAR per assistere il modulo AF, promettendo un aggancio del soggetto più rapido e preciso, anche in condizioni di scarsa illuminazione. Il sistema ora è in grado di riconoscere e inseguire soggetti specifici come persone, veicoli, cani e gatti, e introduce nuove aree di rilevazione come “Expand Spot”, “Custom” e “Wide”. Se sulla carta l’aggiornamento è epocale per una medio formato Hasselblad, resta da verificare sul campo l’effettiva efficacia dell’inseguimento. Con una cadenza di scatto massima che si attesta a soli 3 fps, è chiaro che la X2D II non ambisce a diventare una fotocamera sportiva. La domanda, lecita, è se la nuova reattività sarà sufficiente per generi come il ritratto ambientato dinamico o la street photography evoluta, contesti in cui la precedente generazione mostrava alcuni limiti.
Stabilizzazione da record: 10 stop per domare 100MP
Se il sensore rimane l’eccellente unità CMOS BSI da 44x33mm con risoluzione di 100MP, ISO nativa 50 e una gamma dinamica dichiarata di 15,3 stop, a cambiare radicalmente è il sistema di stabilizzazione integrato nel corpo macchina (IBIS). Hasselblad dichiara un guadagno fino a 10 stop di compensazione, un valore che, se confermato dai test, porrebbe la X2D II ai vertici assoluti del mercato. Considerata l’altissima risoluzione, che non perdona il minimo micromosso, un IBIS così performante è una vera manna dal cielo. Permetterebbe di scattare a mano libera con tempi di posa impensabili, aumentando drasticamente la versatilità in condizioni di scarsa luce ambiente, specialmente per la fotografia di strada e di ritratto. Il sistema, basato su giroscopi e accelerometri di alta precisione, sarebbe in grado di rilevare movimenti infinitesimali, dell’ordine di 0,001 gradi.
HDR pronto all'uso: la via della semplificazione
L’altra importante novità risiede nella gestione del colore e dell’esposizione, grazie alla rinnovata Hasselblad Natural Colour Solution (HNCS). La X2D II è ora in grado di generare internamente file HDR in formato HEIF o Ultra HDR JPEG, sfruttando lo spazio colore P3. Questa funzionalità è pensata per chi necessita di file ad alta gamma dinamica già pronti per la condivisione o la stampa, senza passare obbligatoriamente per la post-produzione. La bontà di queste immagini ad ampia gamma tonale potrà essere valutata direttamente in camera, grazie a sistemi di mira di alto livello: il monitor posteriore basculabile da 3,6 pollici raggiunge una luminosità di picco di 1400nit, un valore eccellente per la visualizzazione in piena luce. Ed è affiancato da un mirino elettronico da 5,76MP e ingrandimento 1x (0,8x equivalente su full frame).
Archiviazione: la comodità dell'SSD integrato non esclude la prudenza
Anche sul fronte dell’archiviazione Hasselblad introduce una novità radicale per il settore: la X2D II integra una memoria SSD da 1TB. Una soluzione che garantisce prestazioni di prim’ordine, con velocità dichiarate fino a 2370MB/s in scrittura e 2850MB/s in lettura. L’idea di avere a bordo una memoria in grado di contenere decine di migliaia di scatti (il costruttore cita fino a 50.000 immagini HEIF) è senza dubbio allettante. Tuttavia, la scelta di un’unità interna e non removibile solleva interrogativi sul fronte della sicurezza dei dati. Cosa succede in caso di guasto dell’unità? Per fugare ogni dubbio e venire incontro alle esigenze dei professionisti, Hasselblad ha comunque mantenuto uno slot per schede di memoria esterne, optando per il performante standard CFexpress Type B. Una scelta quasi obbligata, che trasforma la scheda non solo in un’espansione di memoria, ma nel fondamentale strumento per il backup in tempo reale e per una gestione più agile e sicura del lavoro sul campo.
Il prezzo: la vera mossa strategica
Se le migliorie tecniche sono già sufficienti per giudicare positivamente l’aggiornamento, la vera sorpresa arriva dal listino. Il prezzo di lancio della X2D II 100C è fissato a 7.200 euro (solo corpo), una cifra che segna un’inversione di tendenza netta rispetto agli 8.699 euro richiesti per il modello precedente. Sia chiaro, non è un prezzo basso in termini assoluti, ma rappresenta un significativo riposizionamento di questa mirrorless. Era forse il prezzo della prima generazione a essere esageratamente alto, quasi a voler marcare una distanza che il mercato non ha del tutto giustificato. Con questa mossa, Hasselblad non solo rende la sua ammiraglia più accessibile, ma la pone in diretta competizione con alcuni modelli di punta del sistema GFX di Fujifilm, riaprendo una partita che sembrava già persa.
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