• Chi siamo
  • Contatti
Scopri fotocult.it Leggi tutto gratis per 30 giorni
lunedì, 7 Luglio, 2025
  • Login
  • Registrati
Abbonamenti
Fotocult.it
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
    • OFFERTE
    • DALLE AZIENDE
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
    • OFFERTE
    • DALLE AZIENDE
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
FOTO Cult
Nessun risultato
Mostra tutti i risultati
Home CULTURA INTERVISTE

I kazaki che sussurrano alle aquile nel mirino di un’ardita fotografa italiana

“Winter Migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia” della fotografa Alessandra Manzotti documenta ogni aspetto del viaggio migratorio di una famiglia nomade kazaka.

Francesca Orsi di Francesca Orsi
7 Luglio 2025
in INTERVISTE
Condividi su FacebookCondividi su Twitter
Shokhan aiuta una pecora ad attraversare un fiume ghiacciato. Spesso viene buttata della terra sul ghiaccio per permettere agli animali di avere maggior trazione, ma non tutti ce la fanno
Shokhan aiuta una pecora ad attraversare un fiume ghiacciato. Spesso viene buttata della terra sul ghiaccio per permettere agli animali di avere maggior trazione, ma non tutti ce la fanno. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Per realizzare Winter Migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia, la fotografa Alessandra Manzotti ha percorso centinaia di chilometri con una famiglia della Mongolia Occidentale in migrazione verso luoghi più adatti alla sopravvivenza nella stagione rigida. Animali e persone, in questo lungo viaggio, lottano contro il freddo e la fame, per seguire una tradizione secolare. Con le sue immagini a colori, Alessandra racconta di queste lotte, ma anche delle innumerevoli storie di vita di cui si è resa testimone.
Abbiamo intervistato l’autrice per farci raccontare la sua strepitosa esperienza sul campo.

Quando e come nasce il progetto Winter Migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia?

Il progetto è nato sette anni fa quando venni invitata a partecipare a una spedizione inglese il cui obiettivo era quello di documentare la migrazione invernale di una famiglia di nomadi kazaki ‘Eagle Hunters’ della Mongolia Occidentale. Alcuni anni dopo sono ritornata una seconda volta per continuare questo progetto seguendo sempre la stessa famiglia.

Durante il terzo giorno di migrazione è sopraggiunta una fortissima tormenta di vento e neve che ha portato le temperature a scendere ben al di sotto dei -40 °C, con visibilità quasi nulla. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Durante il terzo giorno di migrazione è sopraggiunta una fortissima tormenta di vento e neve che ha portato le temperature a scendere ben al di sotto dei -40 °C, con visibilità quasi nulla. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Qual è la loro storia?

La famiglia con cui ho fatto la migrazione è quella di Shokhan, della provincia di Banian Ulgii, nei monti Altai della Mongolia Occidentale. Shokhan vive con sua moglie Purna, i suoi cinque figli e suo padre Tabai, famosissimo ‘Eagle Hunter’ e patriarca della famiglia. La loro vita è nomadica pastorale e possiedono una grossa mandria di animali tra cui pecore, capre, mucche, yak, cavalli e cammelli bactriani. Durante l’inverno, nel periodo migratorio, i figli più grandi vengono mandati in collegio nel paese più vicino e tornano a casa solo in estate.

La comunità nomade che hai seguito appartiene a un particolare genere di cacciatori, gli “Eagle hunters”, che cacciano con aquile addestrate. Ci racconti la loro pratica?

Attualmente nella Mongolia Occidentale ci sono circa duecentocinquanta famiglie che praticano ancora la tradizione centenaria di cacciare con le aquile reali. Una femmina di aquila viene prelevata da un nido selvatico quando ancora è giovane e soprattutto quando non è ancora in grado di volare. Vengono addestrate aquile femmine perché sono generalmente più grosse e molto più aggressive dei maschi. Sin dai primi giorni l’aquila viene fatta vivere a stretto contatto con il falconiere, localmente chiamato ‘berkutchi’, in modo che l’animale si abitui alla sua voce e alla sua presenza, e che si instauri un forte legame tra i due.

Pausa pranzo durante la migrazione. A -35 °C il cibo rimane caldo per pochissimo tempo, spesso anche meno di un minuto. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Vista mozzafiato sui Monti Altai. La mandria è ormai sfinita e nella parte finale della migrazione. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Una giovane aquila reale viene avvolta in una giacca per facilitarne il trasporto. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Una mandria di animali cammina sulle sponde del lago ghiacciato Khar Nuur ( Black Lake). © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Il processo di addestramento richiede molti anni e tantissima pazienza. Nel tempo, si crea un forte rapporto di fiducia e di rispetto tra il rapace e l’uomo, e l’aquila impara a cacciare lupi, volpi e lepri, il cui pellame viene utilizzato per creare il tipico abbigliamento invernale. Durante la loro vita in cattività le aquile sono considerate come membri della famiglia e, quando non cacciano o non si allenano, vivono in casa appollaiate su tronchi e incappucciate per farle rimanere calme.
Secondo la tradizione kazaka, dopo circa dieci anni – talvolta anche meno – l’aquila viene rimessa in libertà e come segno di ringraziamento viene portata in cima a una montagna insieme a una capra morta, che le viene offerta.

Per i nomadi kazaki la caccia con l’aquila non è solo una pratica venatoria ma anche un’importantissima tradizione culturale che si tramanda di generazione in generazione.
Mentre in passato l’addestramento di questo rapace era riservato agli uomini, oggigiorno ci sono moltissime giovani donne che lo praticano. Vengono infatti organizzati diversi festival e competizioni per cercare di mantenere viva questa pratica millenaria che lentamente sta sparendo a causa dell’industrializzazione e dell’abbandono della vita nomade da parte delle nuove generazioni.

Un giovane cammello bactriano viene trasportato sulla groppa del padre dopo essere collassato a causa della mancanza di cibo e delle lunghe ore di cammino. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Un giovane cammello bactriano viene trasportato sulla groppa del padre dopo essere collassato a causa della mancanza di cibo e delle lunghe ore di cammino. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Hai seguito l’intero viaggio migratorio della famiglia? Come ti sei organizzata, anche dal punto di vista pratico, per rimanere con loro e poterli documentare?

Ogni anno, nei mesi di febbraio e marzo, circa duecento famiglie nomadi che cacciano con le aquile intraprendono una pericolosa migrazione invernale di cinque giorni, lungo un percorso di centocinquanta chilometri, verso il loro campo primaverile, nelle remote alture delle maestose montagne dell’Altai. La loro speranza è quella di trovare pascoli migliori per il loro prezioso bestiame. Rimangono in queste zone per circa tre o quattro mesi, prima di spostarsi verso il loro campo estivo. In media migrano tre o quattro volte l’anno.

Gli inverni sono implacabili, con temperature che scendono fino a quaranta gradi sotto zero e venti forti.
Mentre in passato l’intera famiglia affrontava il viaggio a piedi o a cavallo, oggi le cose sono un po’ diverse: le donne, i bambini molto piccoli e gli anziani viaggiano verso il campo su un camion insieme a tutti gli oggetti  della famiglia. Spesso i camion trasportano animali malati, anziani, feriti e cuccioli, che altrimenti non potrebbero sopravvivere. La maggior parte del bestiame, però, generalmente tra i cinquecento e i millecinquecento animali, tra cammelli bactriani, capre, mucche, cavalli e yak, non ha altra scelta che affrontare questo straordinario viaggio a piedi, guidato dai giovani della famiglia a cavallo.

Ritratto di Shokhan, Khulinshakh e la loro aquila reale. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Ritratto di Shokhan, Khulinshakh e la loro aquila reale. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Spesso succede che più famiglie migrino insieme, in modo da unire le forze e aiutarsi in caso di complicazioni. 
Noi abbiamo seguito a piedi tutta la migrazione e grazie alla giusta attrezzatura non abbiamo sofferto troppo il freddo. È stata un’esperienza decisamente dura dal punto di vista fisico: in alcune occasioni siamo stati sorpresi da tormente di neve, ad esempio, ma abbiamo sempre trovato cibo caldo e delizioso e alloggi confortevoli, sebbene molto spartani.

Che approccio hai adottato per inserirti al meglio nella loro comunità?

Dal punto di vista logistico e organizzativo è stato tutto molto semplice. Ci siamo avvalsi di un fixer locale che ci ha introdotti nella famiglia e ci ha permesso di comunicare e interagire con loro.
Avevamo con noi un traduttore, un cuoco e due guidatori tutto fare. Il fatto di aver condiviso e partecipato attivamente alla migrazione, spesso aiutando con gli animali che collassavano a causa del freddo e della mancanza di cibo, ci ha permesso di creare un rapporto di fiducia e di complicità che forse in altre circostanze non avremmo raggiunto cosi velocemente. Abbiamo condiviso tantissimo durante la migrazione e questo ha fatto davvero la differenza. Queste famiglie sono tutte estremamente ospitali e sempre pronte a condividere cibo e storie. 

Ritratto di Shokhan e la sua aquila. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Ritratto di Shokhan e la sua aquila. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Immagino che per fotografare in quelle condizioni ambientali tu abbia avuto al tuo seguito una strumentazione leggera e veloce…

Diciamo che dovendo camminare per circa trenta chilometri al giorno a -35/-40 °C, avere un’attrezzatura comoda e leggera e soprattutto sempre a portata di mano ha fatto la differenza.
Ho usato un’imbracatura fotografica con due corpi macchina agganciati, con batterie di scorta e memory card che ho sempre tenuto a contatto col mio corpo per preservarne la carica ed evitare che congelassero. Ho usato solo due obiettivi per evitare di doverli cambiare mentre camminavo. Avevamo portato un piccolo generatore in modo da poter caricare cellulari e batterie ogni due giorni circa. Al nostro seguito c’era anche un vecchio UAZ, cioè un veicolo militare russo che serviva principalmente per trasportare i nostri borsoni, ma a volte anche animali in difficoltà.

Che tipo di estetica hai perseguito per raccontare il loro viaggio?

Il mio obiettivo principale era documentare al meglio ogni aspetto della migrazione, incorporando un po’ di tutto. Per prima cosa, per me, era importante essere ‘presente’ in questa avventura, godere di tutto quello che vedevo per la prima volta.  Avendo tante ore di cammino, spesso da sola, ho avuto il tempo di rallentare tutto, anche gli scatti; di apprezzare il viaggio più che la fotografia, che è arrivata organicamente. 
Tutta la zona degli Altai e le sue distese infinite di neve e ghiaccio sono incredibilmente cinematografiche e spesso ho avuto la sensazione di essere dentro il set di un film epico. Vivendola in prima persona, ho cercato di documentare le mie sensazioni ed esperienze al meglio.

Il piccolo Khulinshakh, l’ultimo figlio di Shokhan e futuro Eagle Hunter. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia
Il piccolo Khulinshakh, l’ultimo figlio di Shokhan e futuro Eagle Hunter. © Alessandra Manzotti, dalla serie Winter migration of nomad eagle hunters of Western Mongolia

Durante i cinque giorni della migrazione sembrava che tutto si muovesse a rallentatore. Ho fotografato senza fretta e con uno scopo ben chiaro: ho cercato di trasmettere la vastità di questi luoghi, il senso di orgoglio che questi nomadi hanno per la loro terra, le loro tradizioni e il loro stile di vita. Sono forti e resilienti, e affrontano spesso le difficoltà con ingegno e determinazione. Inoltre, hanno una profonda connessione con i loro animali e una straordinaria capacita non solo di adattarsi, ma di prosperare in condizioni molto dure.

Quanto la postproduzione influisce nella resa estetica del tuo lavoro?

Credo che la postproduzione sia uno strumento utilissimo per identificare e sviluppare un proprio stile riconoscibile, però non deve diventare ‘una stampella’. Spesso immagini tecnicamente mediocri vengono fortemente postprodotte per cercare di salvare il salvabile. Io cerco sempre di fare il meglio che posso per scattare la foto correttamente e deliberatamente. La postproduzione aiuta a mantenere una certa coesione stilistica e visiva, ma non fa la foto.

Ulteriori informazioni sul lavoro di Alessandra Manzotti sono disponibili sul sito della fotografa, alessandramanzotti.com.

banner home page fotocult
Potrebbero interessarti anche
Barbara Peacok, American Bedroom
IN LIBRERIA

American Bedroom: Barbara Peacock fotografa gli americani in camera da letto

Una raccolta di scatti intimi e...

di Jessica Barresi
25 Giugno 2025
Cinzia Canneri. Women’s bodies as battlefields
INTERVISTE

Corpi di donne come campi di battaglia: premiato al World Press Photo 2025, ecco l’impressionante reportage di Cinzia Canneri

Cinzia Canneri vince un World Press...

di Francesca Orsi
22 Giugno 2025
Dawid Galinski
INTERVISTE

I ritratti di Dawid Galinski, tra psicologia e oscurità

L’arte ritrattistica del fotografo polacco conduce...

di Francesca Orsi
14 Giugno 2025
Colapesce mostra fotografica Doppia Uso Singola
IN PROGRAMMA

Colapesce e la sua Doppia Uso Singola: diari fotografici di un cantautore

dal 16 maggio al 18 luglio...

di Francesca Orsi
3 Giugno 2025
Mandrillo, Parc de La Lekedi, Gabon © Simone Sbaraglia
GREENPICS

Trekking, flash e mandrilli truccati da attori Kabuki

Tra fotografie e avventure Simone Sbaraglia...

di Francesca Orsi
27 Maggio 2025
Piero Corvo Roma progetto fotografico campo rom Giugliano
INTERVISTE

Se questi sono bambini. Il reportage dal campo rom di Giugliano

Piero Corvo entra nel campo rom...

di Francesca Orsi
26 Maggio 2025
banner nikon summer promo
Tags: Fotografia documentaria
Articolo precedente

Le statistiche urlano che la fotografia non vale più nulla. Come siamo arrivati a tutto questo?

Articolo successivo

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

Articolo successivo
Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

Login login per unirti alla discussione
banner lexar
banner WhatsApp fotocult.it

Articoli recenti

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

7 Luglio 2025

I kazaki che sussurrano alle aquile nel mirino di un’ardita fotografa italiana

7 Luglio 2025
persone con smartphone fotografano fotocamere classiche dismesse

Le statistiche urlano che la fotografia non vale più nulla. Come siamo arrivati a tutto questo?

6 Luglio 2025
Isole minori mostra fotografica

La Sardegna tra tradizione ed evoluzione nello sguardo di sedici grandi fotografi

6 Luglio 2025
Young People Programme Canon Bastogi

Ecco cosa creano i bambini di periferia con una Canon in mano

5 Luglio 2025
Offerte Prime Days: Insta360 anticipa gli sconti dal 4 al 15 luglio

Offerte Prime Days: Insta360 anticipa gli sconti dal 4 al 15 luglio

5 Luglio 2025
Il destino dei profili colore è segnato: i cICP stanno per rivoluzionare il web

Il destino dei profili colore è segnato: i cICP stanno per rivoluzionare il web

4 Luglio 2025
Elliott Erwitt Icons mostra fotografica Roma Palazzo Bonaparte

Elliott Erwitt. Icons: in mostra lo spassoso cantore della commedia umana

4 Luglio 2025
International Aerial Photographer of the Year 2025 vincitori

Pilota un drone sugli spettacoli dell’oceano e vince l’International Aerial Photographer of the Year 2025

3 Luglio 2025
Tamron 16-30mm f/2.8 Di III VXD G2

Ufficiale: Tamron ha annunciato il 16-30mm f/2.8 Di III VXD G2 per Sony E e Nikon Z

2 Luglio 2025
Gian Marco Sanna Paradise

Rosso sangue e buio pesto: il Paradiso non è mai stato così angosciante

2 Luglio 2025
gfx_challenge2025_mv-scaled

GFX Challenge Grant Program 2025: il concorso “per idee” promosso e finanziato da Fujifilm

1 Luglio 2025
Luci e colori del cielo manuale libro Marco Meniero

“Luci e colori del cielo”: sollevare lo sguardo consapevolmente

1 Luglio 2025
Voigtländer VM APO-Lanthar 28mm f/2.

Il miglior grandangolo Voigtländer di sempre? Arriva l’APO-Lanthar 28mm f/2

30 Giugno 2025
George Hoyningen-Huene. Art. Fashion. Cinema mostra fotografica Museo di Roma

George Hoyningen-Huene: arte e buon gusto nel sangue… blu

29 Giugno 2025

Naviga per tag

Archivio Canon Canon EOS Canon RF Concorsi fotografici DJI Fotogiornalismo Fotografia analogica Fotografia di moda Fotografia di paesaggio Fotografia documentaria Fotografia naturalistica Fotoreportage Fujifilm Fujifilm GFX Fujifilm X Fujinon Full frame Instax L-Mount Laowa Leica Lumix Lumix S Macro Macrofotografia Maestri della fotografia Medioformato Micro QuattroTerzi Mirrorless Mostre fotografia Nikkor Nikkor Z Nikon Nikon Z Offerte Panasonic Reportage Ritratto Sigma Sony Sony E Sony FE Street photography Tamron
fotocult logo

Dal 2004 FOTO Cult offre un'informazione professionale e appassionata su tecnica e cultura della fotografia. Sostienici e alimenta la tua passione.

Tipa World Award logo

fotocult.it è membro TIPA dal 2017. Clicca qui per conoscere la storia e la filosofia dell’associazione.

Content Authenticity logo

fotocult.it è membro della Content Authenticity Initiative

Amazon logo

In qualità di Affiliato Amazon, FOTO Cult potrebbe ricevere una commissione sugli acquisti idonei.

Categorie

  • TECHNEWS
  • TEST
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
  • MOSTRE
  • CONCORSI
  • LIBRI
  • GALLERIA
  • GREENPICS
  • LA RIVISTA

Recenti

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

Il pieno di energia per l’estate: la nostra selezione di powerbank in offerta su Amazon

7 Luglio 2025

I kazaki che sussurrano alle aquile nel mirino di un’ardita fotografa italiana

7 Luglio 2025
  • Cookie e Privacy Policy
  • Termini e Condizioni
  • Contatti
  • Abbonamenti e FOTO Credit
  • Acquista Crediti
  • Cart
  • Checkout
  • Chi siamo
  • Contatti
  • Cookie e Privacy Policy
  • Home
  • La rivista
  • Login Customizer
  • Mappa Mostre
  • My account
  • PALCO
  • Promozione Gold
  • Prova comparazione
  • Prova gratuita
  • Termini e Condizioni
  • test map

© 2024 copyright Fotocult s.r.l. C.F. e P. IVA n. 11984891009, Capitale sociale € 20.000,00 i.v. | Web design by Arkomedia Web Agency.

Bentornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Registrati

Crea il tuo nuovo account!

Registrati e inizia il tuo periodo di 30 giorni di prova gratuita!

Registrandoti autorizzi il trattamento dei tuoi dati personali ai sensi del DL 30 giugno 2003, n. 196 e del GDPR (Regolamento UE 2016/679). Privacy Policy.
Tutti i campi sono obblligatori Log In

Recupera password

Inserisci la tua username o la tua email per reimpostare la password

Log In
  • Login
  • Registrati
  • Carrello
  • TECHNEWS
    • FOCUS
    • PRIMO CONTATTO
    • OFFERTE
    • DALLE AZIENDE
  • TEST
    • FOTOCAMERE
    • OBIETTIVI
    • ACCESSORI
  • GUIDA ALL’ACQUISTO
  • TECNICA
  • CURIOSITÀ
  • CULTURA
    • INTERVISTE
    • PORTFOLIO
    • EIZO TOP SHOT
  • MOSTRE
    • IN PROGRAMMA
    • MAPPA DELLE MOSTRE
    • RACCONTI D’AUTORE
    • ARCHIVIO
  • CONCORSI
    • VINCITORI
    • APPROFONDIMENTI
    • BANDI
    • BANDI SCADUTI
  • LIBRI
    • IN LIBRERIA
    • RECENSIONI
  • GALLERIA
    • PALCO
  • GREENPICS
  • La rivista
Abbonamenti
  • Chi siamo
  • Contatti
Pop-up canale whatsapp FOTO Cult
LOGO_FOTOCult_black.png
Ricevi
ogni settimana
una selezione
degli articoli
più importanti pubblicati
su FOTOCult.it
Ricevi ogni settimana
una selezione degli articoli
più importanti
pubblicati su FOTOCult.it

Iscriviti alla nostra newsletter!

*campo obbligatorio
Importante! Sei sicuro di voler usare 1 credito per leggere questo articolo?
Articoli rimanenti da sbloccare : 0
Importante! Sei sicuro di voler eliminare questa sottoscrizione?