Per chi vuole iniziare a dilettarsi con la ripresa video e il vlogging, l’Insta360 Flow 2 Pro è una delle soluzioni più pratiche e accessibili sul mercato: insieme allo smartphone e all’App Insta360, permette di configurare un sistema di ripresa, montaggio e condivisione più che adatto per la creazione di contenuti destinati ai social – come TikTok che abbiamo citato nel titolo – o alla pubblicazione su YouTube. Il gimbal, in configurazione base con il solo morsetto magnetico per lo smartphone, la sacca morbida di trasporto e il cavo USB-C costa 170 euro. Esistono tuttavia diversi altri kit che includono accessori extra come l’illuminatore led o l’AI Tracker che fanno lievitare il prezzo oltre i 200 euro. Ecco le potenzialità di questo sistema descritte nella nostra consueta prova sul campo.
Ergonomia: un aggiornamento che si “sente” subito
Al primo contatto, l’ergonomia del Flow 2 Pro si rivela decisamente migliorata rispetto alla prima versione. La nuova impugnatura è più ampia e confortevole, complice il nuovo rivestimento in gomma applicato direttamente sulla plastica, che rende superflua la cover del primo Flow. Resta l’utile treppiedi integrato, ma ora le sue gambe sono più sottili e si fondono ancora meglio nell’impugnatura. Questo dettaglio di design ha un valore funzionale molto elevato: il treppiedi non è solo utile per panoramiche e time-lapse, ma acquisisce ancora più senso poiché questo gimbal consente la rotazione infinita sull’asse orizzontale. Questo permette al Flow 2 Pro di seguire autonomamente un soggetto che gli gira intorno, senza mai fermarsi, sfruttando le funzioni AI.
Flow 2 Pro: una certa inclinazione all’allungo
Integrato nell’impugnatura si trova anche un selfie stick. Non si tratta di un gadget trascurabile o la cui utilità è limitata ai selfie: si estende notevolmente (21cm) e permette di inclinare l’intero gruppo stabilizzatore, una funzione che si rivela comoda per realizzare prospettive dal basso, senza sforzo. Cambia anche il meccanismo di apertura: il braccetto principale non ruota più, ma si ribalta. Le prime volte, quando si attiva il gimbal, si può temere di forzare il meccanismo, ma fatta l’abitudine se ne apprezzerà immediatamente la solidità generale. Sul braccio principale, da notare la presenza di un piccolo led e dello specchietto convesso, entrambi utili per le riprese in modalità selfie. Un altro illuminatore circolare, nel giunto più vicino all’impugnatura, conferma visivamente (diventando verde) l’avvenuto tracciamento del soggetto da parte dell’IA.
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Un centro di comando pieno di funzioni, con un'ombra
Il gruppo dei comandi è stato rinnovato ed è ancora più ricco di funzioni: al centro domina il joystick multidirezionale per i movimenti della testa; attorno, il selettore a quattro vie è sia cliccabile che sensibile allo sfioramento (agendo come una ghiera secondaria); esternamente, la ghiera meccanica classica concede zoomate fluide o la rotazione dell’inquadratura in modalità FPV. Emerge qui, però, un difetto di design non trascurabile: le serigrafie dei comandi. Incise in grigio scuro su nero, sono quasi illeggibili. È un vero peccato per un’ergonomia altrimenti così curata, che costringe l’utente a imparare la disposizione a memoria. Fortunatamente, l’immancabile grilletto sul retro è preciso e gestisce in modo intuitivo tracciamento, riposizionamento e rotazione. Infine, le porte: la USB-C sull’impugnatura ricarica il gimbal, mentre quella sullo snodo alimenta l’AI Tracker o, all’occorrenza, lo smartphone.
Su Andorid quasi come su iOS con l’AI Tracker
A questo punto, è doveroso chiarire il ruolo dell’AI Tracker (l’accessorio costa 50 euro se acquistato singolarmente). Come spesso accade ai produttori di dispositivi per smartphone, anche Insta360 dimostra una particolare predilezione per l’ecosistema iOS: su iPhone è possibile sfruttare zoom e tracking del soggetto anche direttamente dall’app fotocamera nativa, e persino controllare il gimbal tramite Apple Watch. Su Android, per raggiungere – quasi – lo stesso livello di integrazione al di fuori dell’app Insta360, entra in gioco l’AI Tracker. Si tratta di un piccolo modulo hardware con obiettivo integrato, che si aggancia allo snodo principale per gestire il tracciamento del soggetto quando si utilizzano app di terze parti, anche professionali come Blackmagic Camera. Di grande utilità è il fatto che Insta360 abbia aggiunto a questo modulo un LED dimmerabile in potenza e temperatura colore: un extra perfetto per illuminare in modo naturale selfie e vlog in condizioni di scarsa luce ambiente. La presa USB-C maschio di cui è dotato serve anche per alimentarlo, pertanto non sarà necessario preoccuparsi del suo stato di carica; sarà il gimbal stesso a fornire l’energia di cui ha bisogno.
Dalla ripresa all’editing: il cerchio si chiude grazie all’App
L’App Insta360 completa e valorizza l’esperienza d’uso del Flow 2 Pro. L’abbinamento iniziale è quasi istantaneo, sia tramite un tocco NFC con lo smartphone, sia con la semplice apertura manuale dell’app. L’applicazione funge da vera e propria guida rapida, gestendo la configurazione iniziale e l’immancabile aggiornamento firmware. Prima di cominciare a filmare, l’operazione più importante da fare è il bilanciamento. L’app fornisce a monitor linee guida precise per posizionare la clamp magnetica, dopodiché, con un semplice tocco per la calibrazione, il sistema si ottimizza in pochi secondi. Il risultato? Motori che lavorano senza sforzo e una linea dell’orizzonte perfettamente in bolla.
Una volta bilanciato il gimbal, l’app diventa la console di controllo del sistema di ripresa: permette di regolare risoluzione video e frame rate (a seconda del modello di smartphone) e, cosa più importante, di tarare finemente il comportamento del gimbal, dalla velocità di rotazione alla reattività del joystick e della ghiera fisica. Non mancano strumenti avanzati di assistenza visiva, come la griglia e l’istogramma, oltre a una suite completa di modalità creative come la ripresa panoramica, quelle Timelapse e TimeShift, e il celebre effetto Dolly Zoom (zoom avanti e carrello indietro, per dirla in gergo cinematografico).
Chiaramente l’utilità dell’App Insta360 non è limita alla ripresa, ma anche all’editing video completo. Accedendo ai contenuti registrati, l’utente sarà in grado di modificarli singolarmente o combinarli per realizzare un montaggio vero e proprio. Le strade per la creazione di un filmato sono almeno tre, pensate per ogni livello di competenza: c’è il montaggio automatico, dove l’utente delega interamente all’app la creazione del contenuto multimediale, quello semi-assistito che prevede la selezione di un template da parte dell’utente, e infine il montaggio completamente manuale. In tutti i casi l’app mette a disposizione tutto ciò che serve a un vlogger o videomaker alle prime armi: basi musicali, effetti di testo, transizioni, sticker e molto altro. Infine, offre la libertà di decidere se applicare o meno un watermark sul video finale prima dell’esportazione.
Il verdetto di fotocult.it
Passando ai commenti finali, la stabilizzazione dell’immagine, con lo smartphone Android Pixel 7a con cui abbiamo condotto il test, è tutto sommato buona, ma è risultata ancora migliore con un iPhone 15 Pro. C’è da dire che risultati ottimali come quelli che vi mostriamo nel breve video realizzato con il gimbal, si possono ottenere applicando un ulteriore livello di stabilizzazione elettronica in fase di montaggio. Il vero punto di forza di questo gimbal che è emerso dal test è il tracking: si è rivelato ineccepibile. Durante la prova, non ha mai perso il soggetto, nemmeno quando questo veniva momentaneamente oscurato da elementi di disturbo.
Sul fronte dell’usabilità, le numerose possibilità di interazione tramite i comandi fisici possono inizialmente disorientare, ma una volta “fatta la mano”, si apprezza la velocità nel gestire l’orientamento della ripresa e l’attivazione dei moduli fotografici dello smartphone senza toccare il display. L’autonomia si è confermata buona: sebbene le 10 ore dichiarate siano un obiettivo ottimistico, il Flow 2 Pro copre senza affanno un’intera e prolungata giornata di riprese. In questo contesto, la possibilità di ricaricare lo smartphone direttamente dal gimbal si è rivelata non un plus, ma una necessità. L’uso continuo dell’app fotocamera prosciuga la batteria del telefono ben prima di sera; un limite, ovviamente, non imputabile al Flow 2 che, al contrario, contribuisce in modo decisivo a ridurre.
A chi consigliamo l'Insta360 Flow 2 Pro
Un gimbal come l’Insta360 Flow 2 Pro è adatto a quanti vogliano approcciare al mondo video con un certo impegno. Ma è perfetto anche per chi si diverte a pubblicare contenuti su social come TikTok, perché grazie all’IA e alla rotazione infinita, svolge a tutti gli effetti le veci di un secondo operatore che si occupa dell’inquadratura durante le esibizioni. Lo consigliamo però anche a quegli appassionati, magari già più dentro al mondo video, che hanno bisogno di uno strumento affidabile per realizzare contenuti di backup. In quest’ultimo scenario, dà il suo meglio se abbinato a un iPhone moderno, che resta lo smartphone che “va più d’accordo” con questo strumento, nonché l’unico che può concedere la ripresa in 4K ProRes.
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