Nell’ambito dei sensori immagine, Sigma è una outsider, avendo studiato e prodotto i suoi esclusivi Foveon per le originali mirrorless serie dp e fp. Sinora il formato dei Foveon non è andato oltre l’APS-C e l’APS-H (quindi, rispettivamente, 23,5×15,7mm e 26,6×17,9mm), tuttavia due anni fa la Casa aveva annunciato di voler creare da zero una versione full frame basata sull’architettura a tre strati Foveon X3. Ricordiamo che questa si basa su fotositi disposti non su un unico strato sovrastato dalla matrice di filtri RGB, bensì su tre piani sovrapposti. In tal modo, ogni elemento unitario dell’immagine (pixel) contiene le informazioni relative a ciascuna delle componenti cromatiche RGB. Con le dovute distinzioni, è ciò che accadeva nelle emulsioni delle pellicole fotografiche… Dopo il 2020, fra pandemia, crisi del chip e riavvio del processo di progettazione con un nuovo partner, del nascituro Foveon 24×36 si è tornato a parlare soltanto in un recente comunicato ufficiale: i vertici Sigma fanno sapere che è in corso la valutazione del prototipo. Si tratta della fase intermedia dello sviluppo, che segue la progettazione e che impegna un sensore di taglia inferiore ma con pixel definitivi; se tutto andrà bene, si passerà alla fase finale, ossia alla prototipazione del sensore in scala reale, connesso a un processore d’immagine e con le specifiche richieste per la produzione in serie. La quale, a quel punto, potrà essere valutata. L’azienda anticipa che dall’analisi spettroscopica delle immagini RAW sinora ricavate si evince, rispetto ai convenzionali sensori a matrice Bayer, una superiore sensibilità del prototipo del nuovo Foveon ai toni violetti, oltre a transizioni più naturali dal rosso al verde. Resta avvolta nel mistero la densità del futuro sensore di produzione, sul quale Sigma dovrebbe basare una nuova generazione di mirrorless a formato pieno con innesto L: inizialmente si parlava di 60MP come risultato di 20MP per ciascuno dei tre strati, e in tal senso non ci sono state conferme né smentite.