Settanta anni fa la rivista Life pubblicava un servizio a colori sulla città di New York. A firmarlo fu Ernst Haas, austriaco trapiantato nella grande mela che insegnò agli americani - e al resto del mondo - che la vita poteva iniziare a essere raccontata con una nuova sensibilità.
Una delle grandi autobiografie che gli appassionati di fotografia si sono persi è quella di Ernst Haas, che scomparve nel settembre del 1986 proprio mentre si stava accingendo a scrivere le sue memorie. Nato a Vienna nel 1921, nel secondo dopoguerra fu tra i primi a essere invitati a unirsi all’agenzia Magnum, della quale divenne presidente nel 1959 dopo che ben tre dei suoi fotografi di punta – Robert Capa, Werner Bischof e David ‘Chim’ Seymour – erano morti prematuramente e in rapida successione. Ma l’austriaco è ben più conosciuto per i suoi reportage con la pellicola a colori, che trovarono spesso pubblicazione su testate blasonate e in particolare su Life.
I suoi primi esperimenti con il colore risalivano al 1949, ma fu all’inizio degli anni Cinquanta che le tinte sature della pellicola Kodachrome divennero uno dei suoi tratti distintivi. Gli altri erano lo sfocato, le inquadrature mosse, la profondità di campo ridotta. D’altra parte il suo approccio alla cultura delle immagini era quello di un artista, dato che i suoi studi giovanili non avevano riguardato la fotografia (cui si avvicinò, diciannovenne, nel 1940) bensì la storia dell’arte, la letteratura e la filosofia.
Quando John Szarkowski strizzò l’occhio ai colori di Ernst Haas
Per capire quanto fossero rivoluzionari i reportage a colori di Haas negli anni Cinquanta e Sessanta basta pensare che, ben prima della famosa personale di William Eggleston del 1976, fu a lui che il MoMA di New York dedicò, nel 1962, una piccola retrospettiva concentrata più sul colore che sul bianco e nero.
Il curatore fu John Szarkowski, cioè uno dei grandi divulgatori della cultura fotografica della seconda metà del Novecento. La sua reggenza del dipartimento di fotografia del MoMA iniziò proprio tra il 1961 e il 1962, quando prese il posto di Edward Steichen. Per cui è molto probabile che la mostra di Haas sia stata il primo importante progetto con cui Szarkowski intraprese la sua brillante carriera di storico e curatore. Ed è altrettanto probabile che il riconoscimento ricevuto da una delle più prestigiose istituzioni culturali americane abbia spinto il fotografo a perseverare sulla strada del colore. Infatti negli anni a seguire Haas continuò a operare come fotoreporter per numerose testate, diventando uno degli autori che contribuirono maggiormente a plasmare il gusto del pubblico e a sdoganare il colore dal ristretto recinto della comunicazione pubblicitaria.
Uno stile fotografico innovativo
Tra i suoi servizi più famosi quello sulla corrida spagnola del 1956: le inquadrature erano talmente mosse che i tecnici che svilupparono le pellicole pensarono di avere per le mani materiale inutilizzabile, ma alla redazione di Life capirono che si trattava invece di un reportage con un grande impatto visivo e gli dedicarono dodici pagine. Fu così che gli americani trovarono in un immigrato austriaco gli occhi capaci di guardare in modo nuovo non solo le terre lontane ma anche il loro stesso paese.
Con The Creation, il suo libro del 1971 per la Viking Press, li portò in viaggio per il mondo alla scoperta delle meraviglie della natura. Con In America, pubblicato nel 1975 dalla stessa casa editrice, li condusse per mano dentro alla loro terra per vagare con lo sguardo tra il traffico delle metropoli e nei grandi spazi aperti abitati solo da animali selvaggi.
Una parte delle immagini contenute in quel libro sono riproposte in un volume pubblicato recentemente da Prestel e intitolato The American West. Vi si trovano le grandi arterie d’asfalto che attraversano il paese e i canyon scavati dal tempo, i cavalli al galoppo e i bisonti al pascolo, il folklore dei cowboy e le ultime tracce della cultura dei nativi americani. Sicuramente il design delle automobili e molti altri dettagli rivelano l’epoca in cui Haas scattò le foto, ed è per questo che il libro resta un ottimo modo per rileggere una pagina della storia degli Stati Uniti e per avvicinarsi a un periodo fondamentale nella carriera di un autore che se ne andò quando aveva ancora molto da dire.
Ernst Haas. The American West
Titolo The American West
Formato 25x30cm
Immagini 200
Pagine 208
Lingua inglese
Prezzo 55 euro
Editore Prestel