La nuova Canon EOS R6 Mark II non compie un grosso balzo evolutivo sul fronte dell’ergonomia (stesse forme, peso e dimensioni e medesimi sistemi di mira) ma per quanto riguarda la dotazione di bordo l’ottimizzazione è decisamente più consistente. Più che di rivoluzione dunque, è questo il caso di un affinamento di un prodotto già maturo. La fotocamera sarà disponibile da dicembre in configurazione solo corpo a 2.990 euro, e potrà essere acquistata anche in kit con uno dei due Canon RF 24-105mm, il più economico IS STM USM con apertura f/4-7,1 a 3.350 euro, o il più “raffinato” IS USM con luminosità massima f/4 costante a tutte le focali a 4.300 euro.
Nuova caratteristica principale della Eos M6 Mark II è il rinnovato CMOS da 24,2MP di risoluzione (4MP in più rispetto al precedente modello) montato su un supporto oscillante in grado di compensare le vibrazioni fino a 8EV se abbinato a ottiche provviste di IS come il nuovo RF 135mm f/1,8L IS USM: progettato e prodotto da Canon, nonostante abbia dimensioni e risoluzione pari all’unità installata nell’ammiraglia Eos R3 non è retroilluminato, tantomeno stacked. Eppure, grazie anche al supporto dello stesso processore d’immagine DIGIC X impiegato nella già nelle Eos R5 e R6 e nella Eos-1D X Mark III, anche questa unità è in grado di confezionare raffiche con velocità regolabile da 12 (con otturatore meccanico) fino a 40 fotogrammi per secondo (solo con otturatore elettronico e modalità di lettura a 12bit) e registrare video in qualità 4K/60p senza alcun crop dell’immagine e con il supporto del Dual Pixel CMOS aF (1,07x sul precedente modello) per una decina di minuti in più (fino a 40′ alla massima risoluzione) rispetto alla R6. Sempre restando in ambito video, la Canon Eos R6 II abilita il supporto alla registrazione in formato RAW Apple ProRes, ma solo abbinando alla fotocamera un registratore esterno Atomos compatibile.
Tornando al comparto fotografico, altre implementazioni più consistenti hanno interessato il sistema AF della fotocamera: rispetto alla Eos R6, la nuova Mark II include ulteriori modalità di tracciamento oltre a “persone” e “animali” (sostanzialmente è in grado di riconoscere qualsiasi mezzo di trasporto, con possibilità di concentrare la messa a fuoco sul pilota/conducente) e presenta un database di informazioni aggiornato e più consistente attraverso il quale è in grado di riconoscere e tracciare più efficacemente un soggetto. Molto interessante (ancorché da verificarne l’affidabilità) anche la nuova modalità Auto, che delega alla fotocamera il compito di riconoscere e inseguire il soggetto protagonista all’interno di una scena.
Altri miglioramenti degni di nota interessano l’interfaccia e alcune logiche di funzionamento della fotocamera; anzitutto in modalità video il menu rapido Q è stato ottimizzato per mostrare solamente le impostazioni di ripresa più utili ai videomaker (escludendo quindi quelle prettamente fotografiche), mentre per quanto riguarda la revisione delle immagini scattate a raffica è stato implementato il raggruppamento delle singole sequenze sotto un’unica anteprima per facilitarne il riconoscimento e la revisione (ma soprattutto per non riempire la galleria di immagini apparentemente tutte uguali tra loro, rendendone complicata la navigazione). In modalità Scatto continuo RAW, la R6 Mark II inoltre salva fino a 191 fotogrammi alla velocità di 30fps mantenendo attivo anche l’autofocus; tramite il software Digital Photo Professional o direttamente nella fotocamera sarà possibile sfogliare ciascun singolo file ed esportarlo in formato JPEG, HEIF o RAW. La R6 Mark II, per concludere, utilizza la stessa batteria LP-E6NH dei più recenti modelli professionali della gamma Eos: l’autonomia dichiarata è di 760 scatti classificati in modalità di risparmio energetico e fino a 580 scatti con sistemi di mira regolati per offrire la migliore esperienza di utilizzo.

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