La nuova Sony A7R V punta sul collaudato sensore retroilluminato da 61MP di risoluzione, ma una potenza di calcolo nettamente superiore porta a una maggiore efficienza praticamente su tutti i fronti. La cosiddetta "intelligenza artificiale" abilita un autofocus capace di riconoscere i soggetti e i loro dettagli anche in situazioni "impossibili". Notevole anche il progresso sul fronte della stabilizzazione, che arriva a 8EV. Importanti novità pure sul fronte dell'ergonomia. Esclusivo il prezzo al lancio: 4.500 euro per il solo corpo.
Chi si aspettava un sensore con risoluzione da 100 megapixel resterà deluso. Noi, sinceramente, ne siamo sollevati: il sensore della nuova Alfa 7R Mark V (in breve A7R V) è lo stesso già visto sulla “Mark IV” del 2019, quindi un CMOS retrolluminato da 61 megapixel effettivi. Una densità che certamente in futuro verrà surclassata, ma che per il momento è più che sufficiente per qualsiasi impiego professionale, oltre a restare un record nel settore delle mirrorless full frame.
Decisamente più importante il “contorno” del sensore, ossia il supporto mobile su cui è installato e che permette una stabilizzazione delle immagini con un guadagno sul tempo di sicurezza fino a 8EV. Tanto per fare un esempio, con un 200mm si potrebbe scattare a mano libera con un tempo di scatto di 1 secondo. Al momento non siamo in possesso della lista delle ottiche con cui effettivamente è possibile ottenere il massimo guadagno, aggiorneremo l’articolo appena possibile.Â
Ciò che porta la nuova A7R V su un livello di eccellenza, però, è legato alla potenza di calcolo consentita dai processori tipo Bionz XR, i più prestanti in casa Sony in ambito fotografico, per la prima volta installati su una Alfa della serie R. A risentirne positivamente è innanzitutto il sistema autofocus, la cui capacità di riconoscimento del soggetto è aumentata del 60% rispetto alla pur valida A7R IV. Questo si traduce, tanto per fare alcuni esempi, nella possibilità di agganciare il capo di un soggetto anche quando questo si volta o quando è coperto da un casco, gli occhi anche se coperti da occhiali; oppure nella possibilità di focheggiare sugli occhi di un uccello e non semplicemente sulla sua sagoma. La nuova Sony riconosce le sagome dei soggetti anche quando si trovano in posizioni inconsuete, riuscendo quindi a non perdere il contatto anche durante fasi imprevedibili dell’azione. Da sottolineare anche l’ampliamento della gamma di soggetti riconosciuti, che ora include gli insetti: una buona notizia per i fotografi che utilizzano l’autofocus anche nella fotografia a distanza molto ravvicinata. L’autofocus si basa ora su 693 punti (sono 567 sulla A7R IV), ma ciò che più conta è la maggiore area coperta, che ora raggiunge il 79% del sensore. Interessante notare che in APS-C, ossia sfruttando l’area centrale del sensore, l’intera immagine è coperta dalla matrice AF mantenendo inalterato il numero di punti AF selezionabili.
Sony ha presentato oggi la nuova A7R V: la fotocamera sarà disponibile da metà novembre in versione solo corpo al prezzo di 4.500 euro.
L’utilizzo del sensore in modalità crop 1,5x, anche alla luce delle prestazioni in AF e della risoluzione esuberante, è un’opzione tutt’altro che improbabile nella fotografia naturalistica, alla quale la A7R V si candida dichiaratamente. Certo, la cadenza di scatto massima di 10 fotogrammi al secondo non ne fa una fotocamera per lo sport per eccellenza, anche se alcuni professionisti, come Alex Farinelli, hanno utilizzato per la Moto GP la A7R IV che ha la stessa cadenza di scatto e la stessa risoluzione del nuovo modello. Anche il buffer è stato incrementato: alla massima cadenza di scatto è possibile realizzare circa 88 RAW non compressi associati al JPG, o 583 RAW compressi oppure 1000 JPG. Invariata la gamma di sensibilità ISO standard, compresa tra 100 e 32.000 ISO (con estensione a 102.400 ISO). Anche sulla A7R V ritroviamo la modalità Pixel Shift Multi Shooting, che genera immagini da 240 megapixel grazie alla fusione di 16 scatti in sequenza: rispetto al passato, però, il software aggiornato Sony Imaging Edge è in grado ora di riconoscere eventuali differenze tra i vari fotogrammi, dovute ad esempio al vento, eliminandole e generando immagini prive di artefatti.
Anche strutturalmente la quinta generazione della A7R, serie nata nel 2013, porta rilevanti novità . Il corpo, realizzato in lega di magnesio, è leggermente più grande e quindi più maneggevole (è finalmente terminata la controproducente corsa alla miniaturizzazione). Il monitor è dotato di un movimento a quattro assi, ed è quindi pienamente orientabile.Il suo pannello misura 8cm sulla diagonale e ha circa 2 milioni di pixel. Notevole anche il mirino elettronico, che ha 9,4 milioni di punti e un ingrandimento eccellente, pari a 0,9x. Sul fronte video, la A7R V sfoggia riprese in 8K 25p o 4K 60p con crop 1,2x; volendo sfruttare tutto il sensore bisogna “accontentarsi” del 4K 30p. È stato introdotto il profilo S Cinetone, mentre ritroviamo funzioni apprezzate come la compensazione del focus breathing o la stabilizzazione elettronica Active. La nuova mirrorless registra su due CFexpress Tipo A, ma gli stessi vani sono compatibili con le più economiche SD. Non mancano ovviamente le connessioni più efficienti, sia cablate (USB-C) sia wireless, per una integrazione fluida anche in flussi di lavoro con controllo remoto.