Sandro Perez Veltman ne ha viste rane che voi umani non potreste immaginarvi. Colori sbalorditivi, texture ipnotiche e dettagli sorprendenti inchioderanno il vostro sguardo al suo sterminato portfolio fotografico di altissima qualità, che spazia peraltro in un più ampio range di soggetti: altri anfibi, rettili e uccelli.
Muovendosi nella straripante biodiversità dei territori dell’America centrale e del Sud America, il fotografo spagnolo-olandese ha affinato il suo spirito d’osservazione, ha familiarizzato con caratteristiche e abitudini della fauna locale e ha perfezionato la sua tecnica fotografica, imparando a immortalare i suoi soggetti come fossero collaborative star dello spettacolo in posa in uno studio fotografico professionale.
Nell’intervista che segue abbiamo invitato Sandro a condurci nell’affascinante e spesso inesplorato universo delle rane, naturalmente con un occhio al suo backstage di fotografo naturalista specializzato in erpetologia.
Dove bisogna guardare quando si cerca una rana nelle foreste pluviali?
Dipende molto dal tipo di rana. Certe specie si trovano solo vicino ai ruscelli, altre utilizzano piccoli stagni per riprodursi, altre ancora si trovano solo nella chioma degli alberi, o su una specifica specie di bromelia [pianta tropicale, n.d.r.]. Alcune trascorrono la maggior parte del tempo sottoterra. Insomma, ce n’è per tutti i gusti e questo è ciò che rende divertente la loro ricerca.
Le varie specie di rana hanno abitudini diverse? Ce ne sono di notturne?
Assolutamente sì. Si va dalle rane che hanno abitudini che potremmo definire ‘standard’ e molto diffuse ad altre che sono incredibilmente specifiche rispetto alla scelta dell’habitat o al comportamento stagionale. Ad esempio, esistono alcune specie sotterranee che escono dal terreno solo per poche settimane all’anno per riprodursi.
Di solito le rane della stessa famiglia tendono ad avere comportamenti simili, ma possibili variazioni non sono affatto da escludere.
Ai tropici la maggior parte delle rane ha abitudini notturne, perché durante il giorno il sole e il caldo rappresentano dei potenziali pericoli per gli anfibi, generalmente molto sensibili alla temperatura e all’umidità. Molte specie preferiscono le notti più calde e umide e sono più attive quando piove.
Qual è il range delle dimensioni delle rane che hai visto o fotografato negli anni?
È un’ottima domanda. La più piccola che abbia mai fotografato era lunga più o meno 0,5cm, mentre la più grande che ho avuto modo di vedere misurava circa 18cm. Di solito la maggior parte delle rane che vedo presenta dimensioni comprese tra 1,5cm e 6cm, ma ci sono alcune eccezioni.
Ci parli della tua attrezzatura?
Utilizzo attrezzatura Nikon e negli ultimi due anni ho scattato prevalentemente con le fotocamere Nikon Z7 e Z8. Amo sia la macrofotografia, sia le riprese grandangolari, quindi scatto con un obiettivo macro Nikkor 105mm f/2.8G, un’ottica macro grandangolare Laowa 15mm f/4 e un fisheye Sigma 15mm. Tuttavia, reputo l’illuminazione la parte più importante della macrofotografia e per questo impiego un diffusore LumiQuest Strip Box abbinato a un flash Nikon SB-910 o Godox TT600.
Come reagiscono le rane alla tua presenza?
Ho notato tre diversi tipi di reazione. Il più delle volte le rane saltano via quando mi avvicino, o non reagiscono affatto alla mia presenza, mentre in casi più rari si appiattiscono come per diventare invisibili.
Le rane che non scappano via sono abbastanza statiche da consentirti di realizzare dei focus stacking?
Ho visto altri fotografi eseguire il focus stacking sulle rane, quindi direi che è possibile. Personalmente, però, non ho mai fotografato una rana ricorrendo a quella tecnica.
Come ottieni lo sfondo nero che caratterizza molte delle tue fotografie? In ripresa o in post?
Mi occupo principalmente di fotografia con flash fuori campo, ciò significa che posso spostare il flash come preferisco e di solito scelgo di posizionarlo con un angolo di 45° rispetto al soggetto. L’ombra generata da questo posizionamento, insieme al fatto che quasi sempre lavoro di notte, e dunque al buio, produce uno sfondo nero.
Generalmente preferisco posizioni che mi consentano di evitare che molti oggetti presenti sullo sfondo appaiano nell’immagine. In qualche situazione è stato inevitabile che comparisse un ramoscello o una foglia sullo sfondo nero, ma con un lieve fotoritocco ho rimosso gli elementi di disturbo.
Qual è la rana più speciale che hai fotografato?
È difficile rispondere a questa domanda. Ho avuto il piacere di fotografare tantissime rane incredibili e rare. Tuttavia, credo che dovrei optare per la rana spinosa (Triprion spinosus), non solo perché è una specie stupenda, ma anche perché è il motivo per cui ho iniziato a fotografare le rane. Quando non ero ancora particolarmente appassionato di rane ho visto una foto di questa specie e ho deciso che dovevo andare a vederla. Da quel momento ho iniziato ad amare le rane e poi a fotografarle.
C’è modo di riconoscere le rane più velenose?
Alcune rane sono famose per il loro aposematismo, ossia per il fatto che segnalano il pericolo attraverso il colore. Spesso è lecito supporre che le rane molto colorate siano velenose, tuttavia esistono molte rane velenose non colorate, come i rospi, che di solito sono di colori che vanno dal marrone, al grigio al verde. Nel caso dei rospi, le ghiandole parotidi (ghiandole velenifere) sono visibili su entrambi i lati della testa.
Alcune specie di rane apparentemente innocue, di fatto sono tossiche.
Un atteggiamento responsabile e prudente è quello di non toccare nessuna rana, e di lavarsi bene le mani con il sapone prima di toccarsi il viso nel caso dovesse capitare di toccarne una per errore.
Altre cose da sapere sulle rane e su come fotografarle?
Il rispetto dell’animale, in qualsiasi contesto, è l’aspetto più importante. Le rane sono molto sensibili e, come accennato poco fa, hanno bisogno di un certo livello di umidità per stare bene. È opportuno non toccarle e non illuminarle a lungo con luci intense.
Se proprio è necessario toccare una rana per qualche istante è fondamentale non farlo dopo aver usato qualsiasi tipo di soluzione chimica come insetticidi o sapone, perché questi animali sono molto sensibili e attraverso la pelle possono assorbire sostanze nocive, per loro estremamente pericolose.
Per quanto riguarda la fotografia, serve tanta pazienza e certamente è utile giocare con le angolazioni e le diverse posizioni degli illuminatori.
La foresta amazzonica è la destinazione ideale per fotografare rettili e anfibi? Suggeriresti qualche alternativa?
La foresta amazzonica è sicuramente un posto meraviglioso per fotografare rettili e anfibi, perché ospita tantissime specie incredibili con colori, forme e texture brillanti.
Se dovessi suggerire altri luoghi interessanti, direi qualsiasi destinazione tropicale. Ho dei colleghi nel sud-est asiatico che fotografano regolarmente specie incredibili. Anche in Sud America, in altre zone oltre all’Amazzonia, come le foreste pluviali o le foreste di altitudine medio-bassa, ci sono specie straordinarie.
Quali sono i comportamenti più stravaganti delle rane che ti vengono in mente?
Ci sono delle rane di vetro (Hyalinobatrachium spp.) che depongono le uova sulla parte inferiore di una foglia, dopodiché i maschi rimangono a sorvegliarle per giorni, per proteggerle e mantenerle umide. Alcune rane freccia velenose trasportano i loro girini sul dorso e li portano verso nuove fonti d’acqua per tenerli al sicuro, mentre certi girini (Oophaga spp.) vengono nutriti dalla madre con uova non fecondate. Ci sono molte rane che mangiano altre rane, così come rane abbastanza grandi da mangiare lucertole, serpenti e persino pipistrelli. Ancora, la specie Nyctimantis brunoi ha piccole spine che usa per iniettare veleno.
Incidenti di percorso o aneddoti divertenti?
Ho perso il conto delle occasioni fotografiche perse perché la rana è saltata via all’improvviso, il flash non ha funzionato o la fotocamera non ha messo a fuoco, ma da fotografo so che questo è normale e fa parte dell’esperienza. Di recente il mio obiettivo macro si è letteralmente inzuppato mentre stavo andando a fotografare una specie meravigliosa che desideravo ritrarre da molto tempo, quindi alla fine non ho potuto scattare neanche una foto.
Organizzi anche spedizioni fotografiche. Di solito quante persone coinvolgi?
Per una spedizione incentrata sulla fotografia, l’ideale è un gruppo che va da tre a cinque persone. Se il numero dei partecipanti fosse superiore, i membri non avrebbero molto tempo per fotografare i soggetti e, nel caso di anfibi o rettili, gli animali potrebbero stressarsi se fotografati troppo a lungo.
Se il viaggio è incentrato sulla fotografia di avifauna, invece, posso includere un massimo di sette partecipanti.
Come si svolgono i tuoi viaggi?
Prima di tutto va precisato che faccio alcuni viaggi in solitaria e altri in qualità di guida.
Se viaggio per conto mio, il primo passo è stilare una lista delle specie che mi interessano di più e cercare i luoghi migliori per osservare quelle specie, magari assumendo guide locali o chiedendo consigli a persone che conoscono bene la zona.
L’ultimo passo che faccio prima di andare sul campo è leggere informazioni sul comportamento delle specie che intendo fotografare, sulle loro preferenze rispetto all’habitat, sulle loro abitudini riproduttive e sui vocalizzi.
Mi piace partire per una ‘spedizione’ con il maggior numero possibile di informazioni sul soggetto, in modo da risparmiare ore di inutili ricerche e aumentare le probabilità di successo.
Per quanto riguarda i viaggi in cui ricopro il ruolo di guida, invece, propongo sia tour in tappe prestabilite in cui cercare il maggior numero di specie offerte da quella zona, sia viaggi su misura creati in base alle specie target dei clienti.

Bio e contatti
Sandro Perez Veltman è un fotografo naturalista e una guida turistica spagnolo e olandese. Nato nel 2000 a Bruxelles (Belgio), è appassionato di natura sin da quando era bambino, e con dedizione ed entusiasmo è riuscito a trasformare la sua passione in una professione. Ha lavorato in Costa Rica e Suriname e la sua area di competenza include anfibi, rettili e uccelli in vari paesi dell’America centrale e meridionale.
Organizza viaggi fotografici immersivi a numero chiuso, all’occorrenza appositamente “disegnati” sulle specifiche richieste del cliente.
instagram.com/sandro.przv
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