Credo di aver capito che la macchina
fotografica ha uno sguardo, un raggio di azione, ma devo capire
bene che superficie può essere racchiusa in questo sguardo.
Ho fatto molti esperimenti lavorando sulla distanza fra me
e quello che voglio fotografare e sull'altezza e inclinazione
della macchina. (...) Oggi mi hanno spiegato che le foto possono
avere un verso nel senso che se vuoi fotografare una cosa
che hai di fronte puoi fotografarla in orizzontale o in verticale.
(...) Oggi è stato strano: ho fatto una passeggiata e stavo
proprio bene come non mi capitava da un po'. Ho pensato "vorrei
che Cri sentisse come sto bene!" e meccanicamente mi sono
cercata in tasca. Solo qualche attimo dopo ho capito che cercavo
la macchina fotografica, perché ho provato molto dispiacere
nel constatare che non la avevo con me. Mi sono ripromessa
di portarla sempre dietro. Volevo proprio fotografare quel
mare, quel cielo, quel sole e l'odore di. l'odore non si può
fotografare. (...) Oggi ho scelto Mina come modella. Ci ho
messo un po' a farle capire che la macchina fotografica non
le deve fare paura. I cavalli sono delicati e le loro paure
vanno rispettate. L'ho portata a mangiare l'erba e di fronte
a quel pomeriggio di libertà invece delle solite riprese è
andata meglio. Era il rumore del clic che le dava noia, l'ho
capito subito. Ho perso un po' di tempo scattando foto a vuoto
solo per farglielo sentire e abituarla. (...) Questo viaggio
a Monaco è stato una svolta. Il merito è di Cri che mi ha
detto "porta la macchinetta e fammi qualche foto". Ho portato
la macchinetta con me pensando "che palle è un impiccio" e
invece non so bene nemmeno io perché fin dalla prima sera
ho avuto voglia di fotografare. Stavo bene e ogni volta che
sentivo qualcosa pensavo "vorrei saperlo spiegare a Cri! Vorrei
che Cri lo vedesse! Che penserebbe Cri di questo?" allora
scattavo foto perché poi mi aiutassero a spiegare e a raccontare
a Cri. (...) C'erano i palazzi stretti e poi in fondo la piazza
che si allargava, il sole sul viso, una fontana che scrosciava,
la gente felice in un clima di festa che camminava un po'
di fretta. Qualcuno rideva. L'odore buono di dolce. Ma si
può mettere tutto questo in una foto? Non lo so ma ho voluto
provarci e, cosa strana da confessare, non ho potuto farne
a meno. La cosa bella è che Ale in questo viaggio ha contribuito
e anche lui mi diceva "questo è bello da fotografare!" Ho
notato subito che quello che catturava la sua attenzione per
la maggior parte delle volte era sfuggito alla mia. Ho anche
una spiegazione per questo: lui era attratto visivamente dalle
cose mentre io avevo altri stimoli che mi spingevano a fotografare.
Mi è piaciuto che anche lui si sia coinvolto in questo esperimento
e qualche volta ho fotografato su suo invito anche se non
avevo emozioni da fermare. Ho constatato che le foto fatte
su suo invito sono risultate le peggiori ma pazienza. Si vede
che devo proprio sentirle per farle. (...) Oggi ho fotografato
il mare, questo non è certo classificabile come un bel mare
ma è successa una cosa strana: quando sono arrivata ho pensato
"farò una o due foto al massimo perché lo scenario è monotono,
sempre uguale" ma poi mi sono ritrovata a scattare tante foto
e ad avere voglia di concentrarmi sulla riva, sull'orizzonte,
sul cielo, su quell'onda che sta arrivando ora. Non è sempre
uguale, che persona semplificatrice e superficiale che sono!
Ogni onda è diversa, ogni passo apre uno scenario diverso
dal precedente. (...) Fare le foto con il cellulare è diverso.
È un occhio diverso e ho capito solo a freddo parlando con
Cri che le differenze sono tante. Ha un raggio di azione diverso
ma il risultato è stato buono lo stesso. Le foto da scartare
sono risultate essere pari a 0. (...) Oggi abbiamo fatto un
giro per Roma come turisti. C'era la domenica a piedi, e Roma
forse per questo sembrava più bella, o forse ero solo io che
ero felice. Ho avuto voglia di fotografare San Pietro e il
Colosseo. (.) Per la prima volta ho fotografato per me e non
per qualcun altro e mi sembra strano pensare che non le rivedrò
ma mi piace ripensare a quando le ho scattate perché scattare
una foto mi aiuta a fissare un sentimento dentro. (...)
dal diario di Antonella Cappabianca
Antonella è cieca dalla nascita e ai primi di marzo esporrà
le sue fotografie. C'è riuscita perché ha incontrato persone
speciali come lei e perché la fotografia si può fare con tutti
i sensi. Nella rubrica dedicata all'attualità trovate tutti
i dettagli sulla mostra. Questa pagina, invece, è tratta dal
diario che lei tiene dal giorno del suo primo scatto. Se non
avete pregiudizi che vi impediscano di imparare qualcosa sulla
fotografia da una non vedente, ora potete rileggerla, con
occhi nuovi. |