Secondo
un'azienda americana nota per le analisi e le previsioni sul
mondo della fotografia, nel 2004 la produzione di fotocamere
digitali ha superato di slancio i sessanta milioni di pezzi,
oltre un terzo in più dell'anno precedente. Ma quel che più
colpisce è che, per la prima volta nella storia, il mercato
europeo supera quello americano per numero di unità consegnate.
E ciò accade nonostante l'euro forte induca più che mai a
comprare negli Stati Uniti, sperando di farla franca alla
dogana, una pratica sempre diffusissima. La maggior convenienza
dei prodotti sul mercato americano è sempre stata giustificata
con la maggior "maturità" di quel bacino, dotato di strutture
di distribuzione più integrate e, fino a ieri, di una ricettività
superiore a quella di tutti gli stati europei messi insieme.
A quanto pare oggi non è più così, almeno numericamente, ma
non c'è da essere ottimisti riguardo la possibilità di un
Europa "Eldorado" della fotografia. Nonostante la moneta unica,
i mercati della fotografia - e non solo quelli - sembrano
ancora fortemente a carattere nazionale e manca un coordinamento
volto all'ottimizzazione dei canali di distribuzione. Insomma,
ancora troppe province senza identità unitaria. Sempre la
stessa società di analisi economica comunica che lo scorso
anno sono state stampate nel mondo circa diciotto miliardi
di fotografie digitali, due terzi dei quali con stampanti
domestiche. Sebbene la tendenza di crescita della diffusione
di fotocamere digitali sia costante e la domanda sia sempre
più rivolta a sistemi completi, in grado di portare con semplicità
dallo scatto alla stampa, questa proporzione è destinata a
peggiorare, a tutto vantaggio di altri sistemi di stampa quali
i servizi via internet e i classici minilab. Questi, infatti,
superato il trauma dell'aggiornamento tecnologico e rientrati
in un regime di concorrenza più equilibrata, potrebbero tornare
presto molto competitivi e porsi come i più semplici, economici
e "umani" interlocutori dei fotografi, sempre meno appagati
dalla semplice osservazione a monitor delle proprie fotografie
digitali. E la stampa domestica? Rischia grosso, soprattutto
se i produttori continueranno a puntare esclusivamente su
aggressive politiche di prezzo sul primo acquisto, lasciando
a quotazioni petrolifere gli inchiostri e i consumabili in
genere: una stampante a buon mercato, ma con costi di esercizio
elevati, resta presto a raccogliere polvere sulla scrivania.
Un pubblico consapevole come quello dei fotografi può, invece,
essere convinto a spendere qualcosa in più sulla stampante
se poi sa di poterla utilizzare intensamente senza svenarsi
per un "ventitrenta". In questo panorama, nel suo complesso
stimolante e positivo, preoccupano alcune notizie provenienti
sia dal lontano oriente che dalla vecchia Europa. Kyocera,
colosso giapponese con interessi in diversi rami dell'industria
(ceramica, telecomunicazioni, semiconduttori, stampanti, fotocamere.),
proprietario dei marchi Yashica e Contax dalla metà degli
anni '90, ha terminato la produzione delle proprie fotocamere
analogiche e digitali; si salva il medioformato che rimane
in produzione. Il destino di Contax, un marchio storico della
fotografia, già gravato dall'insuccesso della N Digital, reflex
con sensore Philips da 6 mega a formato pieno, sembra segnato.
Molto potrebbe dipendere dal nuovo e inedito vertice di un
altro colosso, Sony, per la prima volta non giapponese: se
Howard Stringer, chiamato a risollevare le sorti di Sony,
dopo anni di dolorosa concorrenza soprattutto coreana, vorrà
sfruttare le alleanze già in essere con Carl Zeiss, creatore
storico degli "occhi" di Contax, uno dei marchi più amati
dai fotoamatori di tutto il mondo passerebbe in mani più sicure,
dando modo a Sony di entrare dalla porta principale nell'elite
dei nomi della fotografia. Dall'Europa: Leica si troverà nelle
prossime settimane ad affrontare una crisi economica che a
detta degli esperti dipende dal ritardo con cui la storica
azienda tedesca si è mossa nel campo del digitale. Ma con
quale faccia gli inventori della fotocamera moderna, quelli
che hanno costruito le migliori macchine e gli obiettivi più
nitidi, con cui sono state fatte molte delle foto più belle
del mondo, avrebbero potuto chiedere ai propri clienti, quattro
anni fa, di comprare una reflex da 3 mega? Il primo, ponderato
passo nel mondo del silicio Leica lo sta per compiere ora,
con un dorso digitale che, numeri alla mano, potrebbe non
far rimpiangere troppo la pellicola. Il nostro sincero augurio
è che l'onestà intellettuale che ha ritardato l'ingresso di
Leica nel nuovo mondo della fotografia numerica non le sia
di troppo danno. Un ultimo numero e un altro augurio: FOTO
Cult compie un anno. La speranza è che non sia trascorso invano. |